La prima cosa che viene in mente è l’antico adagio: verba volant, scripta manent.La seconda è perchè diavolo quella lettera C sia stata messa in maiuscolo rispetto al resto. La terza, infine, la conosco inevitabilmente io. Mi presento: mi chiamo Giuseppe Manzo e sono un giornalista precario. La mia breve biografia la potete leggere sul blog. Ogni giorno maneggio le cose scritte per il lavoro che svolgo: articoli da pubblicare, il sito da aggiornare o le inchieste da preparare. A volte mi ritrovo a digitare in maniera seriale sulla tastiera del pc, rischiando di perdere il controllo. E ogni giorno, come me, centinaia di giornalisti (e anche scrittori) precari sono costretti a fare la stessa cosa senza essere pagati, a ricevere spiccioli di euro, a fare i camerieri di notte: uomini e donne umiliati e offesi nelle propria dignità professionale. Questo fenomeno si chiama Bavaglio e non c’entra la legge sulle intercettazioni. Si tratta della prima censura in vigore in questo paese, perchè non lo leggerete su nessuna testata e non lo vedrete in nessun tg. Lo sa bene anche la collega Paola Caruso che dopo 7 anni di precariato ha conosciuto il suo direttore solo dopo aver fatto per 5 giorni lo sciopero della fame. Solo in Campania l’80 per cento percepisce una paga compresa tra 0 e 500 euro. E sempre in Campania è nata comunità, a cui appartengo, che ha iniziato a dire No: il Coordinamento giornalisti precari campani. Questo spazio è rivolto a questa comunità, ai tanti che vogliono ricostruire il futuro delle cose scritte , e poi agli studenti, ai ricercatori e a un elenco lunghissimo che non potrei completare.
Certo, questo blog servirà molto anche a me. Lo utilizzerò come una terapia e se volete lasciare qualche pillola ne sarò contento. Magari potete evitare gli insulti, perchè quelli sono abituato a prendermeli di persona.
Credo di aver detto tutto…Ah no, dimenticavo. Ho lasciato in sospeso la terza cosa per cui possa venire in mente sCripta (da cui si capisce anche la seconda): sCripta è il mio primo romanzo. Il mio editor lo definisce così. A me piace chiamarlo Diario, forse un pò per pudore. Uscirà fra un pò, prima che sbocci la primavera. Fino a quel momento il mio diario sarà questo blog.
Ultima cosa per chi si trova a Napoli: Venerdì 17 tenetevi liberi. Certo, se siete superstiziosi iniziate a tremare. Ma se vi piacciono le persone e le cose scritte che sanno di dire di No, allora venerdì 17 sarà proprio bel giorno.
welcome!
riuscirò mai a lasciare un commento di benvenuto senza finire nello spam? 🙂