Sui fondali del dibattito- scontro tra Saviano e de Magistris e della presunta disputa tra una Napoli nuova e vecchia restano tante questioni irrisolte. Rifiuti, periferie e Rom sono tre temi di cui la politica istituzionale si tiene alla larga, salvo alcune eccezioni come per le Vele di Scampìa che da dopo 30 anni di lotte del Comitato stanno per crollare giù .
Da giorni le forze di polizia municipale, insieme a Polizia di Stato e autorità giudiziaria, stanno piantonando il grande campo rom di via delle Brecce, la “Idomeni di Napoli”. Ad aprile 2016 è partita un’ordinanza di sgombero per le circa 1300 persone, compresi oltre 300 bambini. Nella giornata di ieri sono state sequestrate auto, carrozzine e, secondo i volontari e attivisti presenti sul posto, pure generi alimentari. A seguire la vicenda è il Comitato abitanti di via delle Brecce che da tempo è in contatto con la comunità rom del campo: “Malgrado rassicurazioni, rinvii e impegni su soluzioni alternative le continue pressioni tradiscono una strategia di lento e forzato svuotamento del campo, per renderne invisibile il dramma sociale e risolvere così l’impasse di istituzioni che non sembrano in grado di offrire risposte e tutela dei diritti elementari”. Sarebbe una eventuale tattica per evitare ulteriori tensioni nel bel mezzo dell’emergenza freddo che già pone una seria questione relativa ai senza dimora.
Di fronte alla linea precisa di Prefettura e Procura alcune domande vengono posto all’Amministrazione comunale che, ad oggi, non ha ancora comunicato la possibile alternativa valida: “Con quali criteri l’amministrazione sta selezionando i Rom meritevoli di una sistemazione e quelli che non lo sono? quali alternative abitative per le persone che a breve verranno sbattute in strada? In quale data lo sgombero verrà effettivamente realizzato? Perché la popolazione Rom è costantemente retrocessa a “oggetto” di fantomatiche politiche sociali e mai riconosciuta come soggetto?”.
La questione Rom rappresenta una patata bollente da sempre, tra contraddizioni e scelte politiche che favoriscono la creazione di mega campi. La Regione ha ricevuto 16 milioni per gli interventi di natura sociale ma non si ha notizia di alcun piano attuativo. Il Comune balbetta e non sembra avere la minima idea sul cosa fare. In mezzo ci sono storiche speculazioni su questa comunità, da quella politica in salsa elettorale a quella razziale con episodi di campi dati alle fiamme a Ponticelli (2008) e Poggioreale (2015). A Roma, invece, la Giunta Raggi sta percorrendo la strada del superamento dei campi insieme alle associazioni rom.
Questa vicenda si inserisce in un contesto come quello dell’area ex industriale che attende la bonifica da 20 anni. Pochi giorni fa De Luca ha annunciato 25 impianti di compostaggio di cui uno sorgerà a Napoli Est, nel luogo dove doveva essere costruito un inceneritore. Gli impianti di compostaggio sono fondamentali per la piena realizzazione della raccolta differenziata (con le dovute garanzie tecniche) ma al momento manca ancora il progetto definitivo per conoscere i dettagli.
Chi spiegherà lo scopo di questi impianti ai residenti di questa periferia che attende risposte sullo smaltimento illecito di rifiuti della Q8 (inchiesta in corso), sull’allargamento del porto commerciale e sulla linea di costa più inquinata della Campania? O si aspetta che qualche forza politica griderà “stanno portando i rifiuti a Napoli Est” aumentando confusione e tensioni?
“Ora le periferie”. Così recitava il grande striscione del Comitato Vele di Scampìa in piazza Municipio dopo la vittoria di Luigi de Magistris nel giugno scorso: per quella ad est, che inizia alle spalle della stazione centrale e termina ai confini dei comuni vesuviani, non è arrivata ancora l’ora nelle priorità di Palazzo San Giacomo.