
Le guide turistiche denunciano “Napoli Sotterranea”. La Onlus rappresenta uno dei siti archeologici più famosi e visitati con oltre 100mila turisti l’anno nel cuore del centro storico della città. L’accusa è stata messa nero su bianco e inviata oggi dai legali dello sportello Camera Popolare del Lavoro di Ex Opg “Je So Pazzo”. Alle lettere degli avvocati, Ex Opg allega anche una video-inchiesta in cui parlano le stesse guide e raccontano le loro condizioni di lavoro. I legali “procedono” verso la Onlus e “chiedono i mancati pagamenti per festivi, ferie, straordinario, supplementi e Trattamento di fine rapporto”.
“I lavoratori e le lavoratrici di Napoli sotterranea che si sono rivolti allo sportello legale della Camera popolare del lavoro hanno denunciato la loro condizione – dichiarano gli attivisti di Ex Opg – nessun contratto, paghe bassissime, niente contributi né assicurazione”.
Dall’inchiesta emerge che i lavoratori figurano come volontari della Onlus che fa capo a Enzo Albertini. Eppure, secondo gli attivisti, “per entrare a Napoli Sotterranea si paga un ticket di 10 euro”. Quindi il primo passo è stato quello di trasformare la denuncia in una rivendicazione formale: sono state già avviate le pratiche legali per ottenere il riconoscimento di quanto dovuto ai lavoratori”.
Questa situazione rischia di diventare la punta di un iceberg del settore turistico a Napoli: “Napoli Sotterranea è solo uno dei tantissimi esempi di esercizi turistici e commerciali che sfruttano lavoro nero e manodopera a basso costo – aggiungono da Ex Opg – sappiamo che il cosiddetto ‘boom turistico’, di cui la città di Napoli è protagonista, nasconde spesso condizioni di lavoro molto al di sotto degli standard di tutela prescritti dalla legge; sappiamo che i vantaggi economici dell’ondata di visitatori a Napoli sono privilegio di pochi, proprietari di hotel, ristoranti, luoghi di attrazione e non certo di coloro che vi lavorano, senza contratto, senza orario, e per pochi soldi. Proprio a partire da questa convinzione abbiamo avviato un percorso di rivendicazione giuridica e, al contempo, di mobilitazione contro lo sfruttamento del lavoro nero e grigio”.
Avviato l’iter legale la Onlus Napoli Sotterranea avrà tempi e modi per difendersi dalle accuse e dimostrare il contrario. Intanto la città del turismo di massa deve iniziare a riflettere sulle conseguenze urbane e sociali che investono il centro storico da quella che tanti definiscono “gentrification”