NAPOLI, HITACHI STS: SINDACATI DENUNCIANO PRESSIONI PER TORNARE IN FABBRICA DOPO ACCORDO SU SMART WORKING

Tensione a Hitachi Sts (ex Ansaldo) di via Argine a Napoli, zona est. Le rappresentanze sindacali con la Rsu in testa contestano la marcia indietro dell’azienda sullo smart working.

“Nonostante l’ultimo Decreto del Presidente del Consiglio che individua lo Smart Working come “Strumento Primario” per affrontare e limitare la diffusione del contagio e il messaggio di Andrew Barr indirizzato a tutti i dipendenti sulla valenza e la volontà di continuare a utilizzare in maniera massiva il succitato strumento, ci troviamo invece di fronte al fatto che vari capi e capetti stanno imponendo ai Lavoratori, attraverso email,  la presenza di almeno due giorni a settimana nello stabilimento, pur non avendo di fatto l’esigenza di doverlo pretendere in quanto, per attività svolte,  Questi  potrebbero tranquillamente portare il loro apporto all’azienda da casa evitando eventuali pericolosi contagi”. Questo denunciano le Rsu dell’azienda che ieri hanno lanciato una serrata di un’ora dello smart working e dell’uscita un’ora prima per chi è già presente in fabbrica. Inoltre si fermano tutte le prestazioni di lavoro straordinario.

L’accaduto ha meravigliato non poco i sindacati in quanto, neppure qualche giorno fa, era stato convenuto con l’Azienda di continuare a utilizzare in maniera massiccia e continuativa lo Smart Working almeno fino la fine di maggio. “In maniera concordata, non è stato prodotto nulla di scritto – scrivono i sindacati – ma riteniamo che la parola data conti molto di più di una firma posta sotto un testo, perché è segno di stima e di fiducia reciproca che rappresenta il cardine per ogni tipo di interlocuzione fra le parti. Nell’incontro  tenuto tra le RSU di tutte le sedi e l’Azienda, è stato chiesto a quest’ultima,  il motivo di questa brutale accelerazione tirata fuori dal cilindro all’improvviso, ebbene, non c’è stata data alcuna spiegazione degna di tale nome”.

Le Rappresentanze sindacali denunciano che “non ci è stata data risposta alcuna sul pericolo che Lavoratrici e Lavoratori debbano affrontare per raggiungere con i mezzi pubblici il posto di lavoro, per non parlare della completa mancanza di sensibilità legata alle condizioni di natura familiare che metterebbero in seria difficoltà la gestione del loro quotidiano. A fronte di tutto ciò, le R.S.U. di tutte le sedi di Hitachi STS Italia, mai vorrebbero pensare di affrontare discussioni con chi poi, nei fatti, non riesce a mantenere quanto concordato, e ancor meno avere il dubbio che dietro tutto questo si celi qualche “regia” che, di fatto, sia quella che invece determina e mette in atto azioni mai poste e discusse sui tavoli ufficiali”.

“Ribadiamo che la via maestra sia sempre quella del Buon Senso,  specialmente in questo particolare momento di inizio della “Fase Due”; Fallire in questo momento dove le restrizioni diventano meno rigide, aprendo i cancelli aziendali a una media del 50% delle presenze, comunque ingiustificata di Lavoratrici e Lavoratori, potrebbe vanificare tutti gli sforzi fin qui attuati e esporre l’azienda e il relativo business a un grave pericolo di richiusura totale”, chiedono i sindacati che aggiungono: “riconfermiamo all’Azienda,  la richiesta di rientro in sede del solo personale strettamente necessario alla prosecuzione del business, così come concordato nei precedenti incontri e in linea con le disposizioni governative, in caso contrario ci troveremo costretti ad utilizzare gli strumenti in nostro possesso per la tutela della sacrosanta e legittima salute di Lavoratrici e Lavoratori,

 

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