Con il decreto rilancio è stata approvata la regolarizzazione per sei mesi dei braccianti immigrati: si stima che siano 200mila le unità necessarie per l’agricoltura. L’obiettivo è fermare lo sfruttamento dei caporali su cui ci sono interessi non solo imprenditoriali ma anche mafiosi.
La Puglia è uno dei territori, con la provincia di Foggia, dove il fenomeno è più esteso. Sulla questione interviene Pietro Gesmundo, segretario Cgil Puglia: “Il caporalato è uno dei problemi dell’agricoltura pugliese, la regolarizzazione dei lavoratori immigrati è uno dei passi necessari per sconfiggerlo insieme all’istituzione di un sistema pubblico di trasporto, alloggio e intermediazione di manodopera, senza compromessi al ribasso come i voucher, per puntare sulla qualità dei prodotti anziché sull’abbassamento dei costi del lavoro”.