EDITORIALE – IL PATERNALISMO DIDATTICO DELLO SCERIFFO CHE NON RISPONDE SULLA SANITÀ CAMPANA

Uno dei meme pubblicata sulla pagina comica Vincenzo De Luca che chiude cose

Fratacchione a Fabio Fazio. Cinghialone a chi fa jogging. Lanciafiamme a chi fa una festa. E ancora “sei buono o sei scemo”, “imbecilli” e via con un cabaret da meridionale allo Zelig. Vincenzo De Luca ripresenta il vecchio soprannome di “professore” come ai tempi del Pci di Salerno quando era segretario scorbutico e decisionista. La sua comunicazione ha vinto in modo schiacciante tra l’ironia e la viralità social. Sfoggia un paternalismo didattico da vecchio professore di paese che bacchetta, rimprovera e elargisce battute ai suoi alunni-cittadini.

Nell’infodemia della paura al tempo del Covid-19 il suo messaggio è rassicurante e protettivo, ponendo l’accento sul facile moralismo dell’italiano medio che “resta a casa”: dagli all’untore cattivo responsabile dell’epidemia.

Vince De Luca, chapeau. Sui social seppellisce l’ex rivoluzionario a sindaco di Napoli doppiandolo nel numero dei fan e conquistando anche il cuore della top model Naomi Campbell. Bene, bravo, bis. Questa è la comunicazione, e poi? Cosa resta della politica? Resta una voragine chiamata sanità pubblica in Campania.

Le mancate risposte dello sceriffo virologo

La Campania passa come modello sanitario che ha evitato l’ecatombe nel messaggio del governatore: è proprio così? Non esattamente. I monologhi delle dirette social hanno evitato le conferenze stampe e con essi le domande dei giornalisti, salvo filtrare qualche domande dopo le proteste della categoria. La sanità campana vive uno stato di crisi del suo ruolo pubblico e quel che resta oggi è il centro Covid all’Ospedale del mare accolto con il giubilo e poi rimasto vuoto: senza personale e senza pazienti al costo di 7 milioni di euro.

E intanto negli ospedali come va? C’è il caso del pronto soccorso del Cardarelli dove mancano ossigeno, posti letto e vengono rifiutati i ricoveri. Ci sono le denunce del Forum Diritti e Salute su questo giornale per la situazione al Pascale sulla sicurezza dei pazienti e del personale. C’è la proposta inascoltata dei primari ospedalieri su come organizzare la fase pre e post Covid-19. Ci sono le visite ambulatoriali sospese e l’aumento del rischio che di fronte ai sintomi di una patologia la gente resta a casa con un infarto o un ictus. E poi la longa manus del business dei privati: l’esposto dei 5 Stelle alla Corte dei conti per gli accordi con i privati durante l’emergenza e l’aumento dei tamponi a carico dei cittadini.

In questo scenario non va dimenticata la questione Terra dei fuochi con la recentissima querela sporta dal professore Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute di Filadelfia in prima linea nella lotta al coronavirus con un team internazionale di scienziati e medici, assistito dal penalista Giovanni Siniscalchi, contro il governatore in difesa della professionalità dei ricercatori impegnati negli studi scientifici che fotografano i danni ambientali ed elaborano i dati su cui si basano le verità scientifiche. Sullo sfondo ci sono le lacune dell’Istituto zooprofilattico guidato da Antonio Limone che non ha ancora pubblicato i dati del biomonitoraggio. Istituto che in questi giorni ha subito il blitz dei carabineri sulla questione tamponi.

Un lungo elenco su cui il governatore deve rispondere, a cui si aggiungono le liste di attesa, lo stato in cui versa il 118 e i servizi di salute mentale. Sono questioni su cui non arrivano risposte nel merito ma reprimende da professore di paese contro gli stolti scolari che poco capiscono. Sono temi che su questo giornale abbiamo deciso di affrontare aprendo un dibattito sulla sanità campana facendo parlare medici, primari e chi ogni giorno si impegna per il rispetto dei diritti.

Caro governatore, avrà pure vinto la sua comunicazione ma si ricordi che in ogni “classe” troverà almeno un disobbediente al suo paternalismo didattico.

 

 

 

 

Autore: Giuseppe Manzo

Journalist, press office, social media manager, blogger, author

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