QUELLO CHE LE DONNE DICONO – DAL DOLORE AL PERDONO PER UN MESSAGGIO DI PACE: PARLA ANTONELLA LEARDI

 

Quello che le donne dicono, la rubrica di Sudreporter dedicata a proprio a loro, alle donne, il motore del mondo, quelle che si battono per far valere i prp diritti, quelle che amano dando se stesse, quelle che non si risparmiano mai. In questa rubrica andremo però oltre le apparenze, cercheremo di carpire i lati più intimi delle nostre amiche che incontreremo ogni sabato. 

 

Dolce, materna ma allo stesso tempo determinata e combattiva: Antonella Leardi ha imparato molto presto quanto la vita possa essere dura. È cresciuta in fretta, a soli 13 anni la mamma fu operata per un tumore alla testa e da quel momento nulla è stato più come prima. L’adolescenza trascorsa tra mille difficoltà ma allo stesso tempo sempre avvolta dal calore familiare che non l’ha mai abbandonata.

Un destino alquanto beffardo fa sì che conosca in clinica l’uomo della sua vita, Giovanni Esposito, e nonostante la contrarietà dei genitori Antonella decide di sposarlo. Da quest’amore nasceranno tre figli, il suo amore più grande: “Sono diventata mamma molto giovane, avevo solo 18 anni – ha detto Antonella – ma ero consapevole, felice della mia maternità, non mi sono mai pentita”. 

Alti e bassi come in tutti i nuclei familiari, ma quello che caratterizza la famiglia Esposito è proprio l’amore, il legame fortissimo che li unisce. 

Tre maggio 2014, finale di coppa Italia. Da quel giorno cambia drasticamente la vita di Antonella e di tutta la famiglia Esposito. Ciro Esposito, 29enne tifoso del Napoli viene ucciso il 3 maggio prima della finale di Coppa Italia disputata allo Stadio Olimpico di Roma tra i partenopei e la Fiorentina. Giorni di agonia e preghiera, una speranza che purtroppo viene meno il 25 giugno con la morte di Ciro.

In questi anni Antonella ha combattuto per la verità, per far sì che il suo Ciro avesse almeno giustizia. Ha perdonato l’assassino di suo figlio e si augura che un giorno quell’uomo possa rendersi conto del male che ha fatto e scriverle parole di profondo pentimento. Oggi Antonella è una donna provata ma più forte, sta per diventare nonna per la terza volta e nel frattempo continua la sua lotta per la legalità: incontra gli studenti e i giovani del carcere minorile di Nisida per raccontare la sua testimonianza e dare un messaggio di pace.

Autore: Taisia Raio

Journalist, press office, social media manager

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