Si sono incatenati davanti Villa Pamphili al grido “non sono invisibile”. Sono i braccianti che sono stati ricevuti dal presidente Giuseppe Conte e hanno portato le loro richieste contro caporlato, sfruttamento, condizioni abitative inumane delle baraccopoli della Calabria e della Puglia.
Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (Asgi) ha dato solidarietà ai braccianti in lotta puntando il dito contro i decreti sicurezza: “venga riconosciuta dignità a tutte le persone straniere, invisibili o precarizzate, facendole emergere dalla condizione in cui sono costrette, esposte a ricatti, sfruttamento ed emarginazione sociale ed umana, è indispensabile una nuova politica sociale e del lavoro che consideri diversamente dal passato la libera circolazione delle persone e abroghi la legislazione sull’immigrazione dei precedenti governi”.
Inoltre, spiega Asgi, “l’attuale legge di regolarizzazione, pur auspicata, contiene troppi limiti insuperabili e risponde solo ad una logica utilitaristica di alcuni settori lavorativi, rischiando di escludere dalla sua applicazione migliaia e migliaia di persone straniere che vivono con noi nelle comunità territoriali”.
“Il Governo ed il Parlamento devono assumersi innanzitutto e subito la responsabilità di abrogare senza dilazioni i cd. decreti sicurezza del precedente esecutivo, approvare la riforma della legge sulla cittadinanza italiana e dare immediatamente un permesso di soggiorno a chi non ce l’ha o ce l’ha temporaneo, svincolato dalle volontà dei soli datori di lavoro”, conclude Asgi.