Arriva Renzi a Napoli ma non se ne accorge nessuno. Sono lontani i tempi quando da premier riceveva riflettori e proteste dai comitati di Bagnoli scatenando scontri in piazza. Sempre in quel quartiere presenta il suo libro La mossa del cavallo che sembra, però, più un pony guardando i sondaggi. Italia Viva è inchiodato a stento al 3% (per la precisione 2,9 secondo il sondaggio Swg diffuso oggi), scavalcato anche da Azione dell’ex ministro Calenda. Le presentazioni si susseguono con “sold out” da star televisiva più che da leader politico che vede spuntare i capelli grigi.
Oggi l’ex prodigio di Rignano sull’Arno naviga lontano dai ricordi di uomo della provvidenza, tramontato in quel 4 dicembre 2016 che inchiodò al 40% il suo tentativo di riformare la Costituzione. Oggi con il “partitino” tanto odiato e che voleva eliminare proprio con il referendum prova a dare spallate al governo che sostiene per poi fare due passi indietro.
In Puglia “si vendica” del nemico Emiliano candidando il fedele Scalfarotto. In Campania Iv sarà una delle liste dell’alleanza “zuppone” dello sceriffo De Luca. Arrivano rinforzi da ex arancioni che abbandonano la nave del sindaco che voleva “derenzizzare” Napoli, in un balletto trasformista tipico dell’italico costume.
Tavoli, trattative, assessorati e lo sguardo a quel 3% che alle prossime elezioni diventa una quota residuale in uno scenario politico dominato da un altro Matteo: il sovranista con cui condivide il super ego e le comparsate giovanili nei quiz della tv di Berlusconi.
La mossa del cavallo torna a Bagnoli dove è iniziato l’inizio della fine politica di chi voleva essere solo al comando.