
(G. M. ) – Ci sono tragedie che non riscuotono indignazione nell’opinione pubblica. A parità di dramma spesso prevale il pregiudizio. Quella della giovane donna di 32 anni, abitante del campo rom di Scampia zona rossa fino a domani, è una di queste.
A denunciare la sua morte in circostanze tutte da chiarire è l’associazione Chi rom e chi no. La donna partorisce dopo 8 mesi di gestazione e il piccolo nasce prematuro. Dopo 3 giorni tornano nella loro casa ma la mamma non si sente bene.
Nella zona Rossa è “fatto obbligo di isolamento domiciliare, con divieto di allontanamento dalle proprie abitazioni, fatte salve esigenze sanitarie o connesse all’acquisizione di generi di prima necessità”, come recita l’ordinanza di De Luca.
“I soccorsi, però, tardano ad arrivare I suoi familiari allora decidono di trasportarla in auto verso l’ospedale, ma vengono fermati all’ingresso del campo dalle forze dell’ordine poste a presidio. La donna sta malissimo, scende dall’auto per pregare gli agenti di lasciarla andare all’ospedale. Ma a nulla serve e sviene all’istante. Giunti all’ospedale ne viene accertata la morte”. Questo è il racconto di Chi rom e chi no che denuncia: “vogliamo sperare che i ritardi, la mancanza di ascolto e la non immediata assistenza non siano dovute al fatto che la giovane mamma e la sua famiglia siano rom. Confidiamo anche che non si tratti dell’ennesimo caso di malasanità, con l’aggravante della discriminazione. Ci auguriamo che presto sia fatta luce su questo drammatico episodio che ha scosso l’intera comunità. Con profonda amarezza e con tanta rabbia”.
Questo viene scritto il 10 dicembre e due giorni dopo sul terreno restano solo le polemiche tra Regione e Comune sullo stato del degrado nella zona della Circumvallazione esterne dove sorge il campo: rifiuti, mancanza di bagni chimici, beni primari. Ma non c’è solo il silenzio della politica e delle istituzioni che sicuramente sarebbe stato bene diverso, a partire dalle forza di opposizione, nel caso fosse accaduto in zona rossa a un “italiano”. C’è anche l’indifferenza dell’opinione pubblica pronta a scatenarsi e indignarsi sui social per il nulla ma non per una donna di 32 anni che muore in questo modo.
Il giorno dopo a consegnare pacchi ci sono ancora loro dell’associazione che ringraziano la rete solidale che va dall’Ex Opg a Villa Medusa di Bagnoli: “circa 350 persone sono confinate per fermare il contagio dal Covid19 e purtroppo nella zona rossa, può anche succedere di perdere la vita perché diventa tutto più difficile”.