Giuseppe Manzo – Napoli, il lavoro e Bagnoli. Un destino incrociato anche ai tempi della pandemia e della crisi tremenda che toglie imprese, reddito e welfare a una città abituata a vivere in emergenza. Ne parliamo con chi ogni giorno è sul fronte delle lotte sociali come Eduardo Sorge, dirigente del Si Cobas e dei comitati di Bagnoli, che rappresenta una nuova generazione di attivisti che si misurano con la fase contemporanea del conflitto capitale-lavoro-ambiente.
Partiamo dal lavoro. Come Si Cobas state allargando il sindacalismo conflittuale anche a Napoli. Il 26 sciopero dei rider, poi la logistica come terreno di scontro: qual è il bilancio in questo anno di pandemia?
Un anno di pandemia in cui si sono acuite tutte le contraddizioni di classe e si è palesata l’incompatibilità tra gli interessi capitalistici e quelli delle masse proletarie. Una carcerazione preventiva dell’intera popolazione mentre si mandavano i droni a seguire gli amanti della passeggiata all’aria aperta, mentre intere fabbriche continuavano ad essere aperte così come i magazzini della logistica. Poi “tutti al mare” da giugno mentre nessun recupero sulla medicina territoriale distrutta in decenni o sul trasporto pubblico veniva programmato. Sullo sfondo il collasso ambientale, lo scontro tra nazioni e borghesie, le conseguenze sociali ed economiche facce della stessa crisi capitalistica. In questo anno però dalle astensioni di marzo agli scioperi importanti in alcuni settori, è nato un riferimento per tutti i lavoratori e lavoratrici, ovunque essi siano collocati. Non è un caso che la repressione si scaglia con forza propria contro chi potenzialmente potrà essere riferimento, come il SiCobas, per i milioni di lavoratori e masse impoverite ancora stonate ed illuse che “passerà la nottata”.
Che significa organizzare una classe che non è un unico blocco ma diviso in tante nuove figure del lavoro subalterno e disarticolato?
Si tratta di un lavoro costante in controtendenza con il decennio di pantano in cui è finita quel che resta della sinistra di classe di questo fottuto paese disarmando la classe operaia di qualsiasi riferimento sindacale, politico e di lotta: costruire un blocco anticapitalista, un fronte unico di classe e delle forze sociali che vogliono armarsi di un programma rivoluzionario capace di individuare e stimolare occasioni di lotta che pongano in stretto legame l’obiettivo finale del superamento del sistema di produzione capitalistico con i bisogni e le rivendicazioni immediate. Il 26 ci sarà lo sciopero della scuola convocato dai Cobas , lo sciopero della logistica e trasporti per il rinnovo dei Ccnl, lo sciopero nazionale dei Riders. A Napoli quest’ultima categoria si sta autorganizzando con il nostro supporto e si chiederà incontro con le piattaforme (Uber, Glovo, JustEat ecc) e la Prefettura per presentare la nostra proposta di diritti, salario e dignità.
A Napoli segui anche la vertenza Bagnoli che torna a diventare un tormentone ad ogni elezione comunale. Che cosa chiedete al governo e agli enti locali?
Su Bagnoli ogni volta si giovano le campagne elettorali. Eppure in questo territorio resistente chi come noi è stato protagonista della stagione di lotta contro il commissariamento imposto dal Governo Renzi ha avuto l’intelligenza di non candidarsi né sciogliersi dentro le istituzioni dell’era De Magistris. Questo ci ha consentito di continuare in autonomia il lavoro territoriale incessante fino alla creazione dell’osservatorio popolare su Invitalia. Tanti abitanti stanno partecipando ed ogni domenica stiamo in giro per il quartiere con le trombe sulle auto e banchetti per informare sui processi in atto.
Non chiediamo niente ai Governi o enti locali, se la bonifica pare essere partita è merito delle lotte. E noi lottiamo e continueremo a rivendicare bonifica sotto controllo popolare, clausole sociali per i disoccupati, balneabilità e accesso libero alla spiaggia, attività produttive a bassa intensità, sistema di mobilità efficiente e sostenibile. Bagnoli è la contraddizione all’ennesima potenza tra fiume di denaro pubblico, clientelismo, borghesia affaristica locale, inquinamento ambientale e disoccupazione.
Dopo 10 anni di de Magistris la città è attraversata da tanti problemi ma soprattutto sembra lacerata, anche come conseguenza della crisi pandemica. Come lavoratori e come comitati che atteggiamento avrete verso questa scadenza elettorale? La sinistra giallorossa arancione e rossa è dilaniata da divisioni e tante candidature
I lavoratori e i comitati penso che da tempo abbiano capito che l’unica possibilità per difendere i propri interessi sia mantenere autonomia rispetto a qualsiasi scenario istituzionale e continuare a scioperare e lottare. Per i lavoratori la cosa è evidente. Per i comitati territoriali – come dimostrato anche quando ci sono state fasi di convergenze con l’amministrazione comunale rispetto ad alcune battaglie contro il governo centrale – le battaglie hanno forza quando c’è la capacità di mobilitare e di raggiungere davvero segmenti reali di abitanti nei quartieri. Non ci nascondiamo, però, che a noi interessa interrogare ed irrompere nella campagna elettorale con i propri temi e questioni da sottoporre al dibattito pubblico. Le divisioni di cui parli non sono altro che il riflesso di un ceto politico molto distante dalle condizioni di vita dei lavoratori, disoccupati, precari.