
La denuncia del Comitato Lenzuola Bianche: “discarica davanti al palazzo dove visse Torquato Tasso”
( G. M. ) – “Ancora una volta siamo costretti a denunziare il fallimento del Porta a porta nel Centro storico”. A denunciarlo è il Comitato Lenzuola Bianche che mostra la situazione vergognosa davanti a palazzi storici e nelle vie del turismo.
“Nel decumano superiore – spiega il portavoce Armando Simeone – dinanzi all’ingresso di Palazzo Caracciolo di Avellino, dove visse Torquato Tasso e dove ha sede la Fondazione Morra Greco, sono ‘magicamente’ ricomparsi i vecchi, grossi contenitori dei rifiuti, trasformando il luogo in una vera e propria discarica”.
La zona costituisce un’importante attrazione turistica anche per la presenza del vicino sito archeologico del teatro romano Neapolis (detto anche teatro romano dell’Anticaglia), dove si esibiva anche Nerone, che insiste nella parte sottostante vico Cinquesanti.
“In altri posti del mondo questi siti sono valorizzati e tutelati – aggiunge Simeone – a Napoli invece i turisti increduli fotografano indignati lo spettacolo indecoroso costituito dai rifiuti, blatte e topi. Eppure dal sito dell’Asia quell’area risulta servita dal ‘porta a porta’. Tra l’altro i cittadini napoletani, nonostante la promessa di differenziare i rifiuti per pagare una tassa più equa, continuano a pagare una delle tari più elevate d’Italia e si trovano nella monnezza”.
Questo episodio è l’ennesimo in città dopo quello di via Torino sotto la storica sede della Cgil. Asia è finita già sotto i riflettori per le proteste del Movimento disoccupati 7 novembre che hanno denunciato l’impiego di lavoratori interinali per cui hanno ricevuto denunce per blocco stradale. La domanda è: dove sono questi lavoratori se il porta a porta non si fa e i bidoni sono pieni di rifiuti? Alla presidente dell’Azienda speciale igiene ambientale la risposta, confidando anche nella competenza dell’assessore Raffaele Del Giudice (ex presidente Asia) che possa intervenire direttamente.
Visto che Comune, Municipalità ed Asia lasciano questi luoghi “sacri” nelle condizioni descritte, “invitiamo il mondo culturale e la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio ad un sussulto di indignazione”.