
(g. m.) – Un terremoto di magnitudo 6.0 colpisce la regione Emilia-Romagna uccidendo 7 persone e ferendone 50. La scossa viene avvertita in modo violento in tutto il Nord Italia.
Per chi era lì come chi scrive la scossa svegliò dal sonno all’una di notte. Come una gragnuola di colpi sotto il materasso e poi via giù dal letto tra paura e corsa per andare in strada. Quella giornata ero a Modena per la presentazione del mio primo libro inchiesta “Chi comanda a Napoli”. Dopo la cena in un centro storico modenese affollato per la notte bianca arrivò il sisma in piena notte.
Una volta per strada tra tanti napoletani e meridionali emigrati che iniziavano a contattare amici e parenti per capire come stavano arrivò la seconda scossa. Prima un irreale soffio di vento, poi la terra iniziò a tremare proprio sotto i nostri piedi. Arrivammo quasi all’alba prima di rientare nelle case e ancora ricordo il viaggio irreale fino a Bologna per poter riprendere il treno verso Napoli. Le ferrovie regionali erano bloccate ma l’Alta Velocità era in funzione. Sui danni, sulle macerie e sulla ricostruzione la storia è nota: sono passati dieci anni e quella sensazione della terra che frana resta indelebile per chi l’ha vissuta.