G. M. – L’elezione di Gaetano Manfredi è anche o soprattutto la vittoria di un giovane dirigente che ha riportato il Pd come primo partito a Napoli: Marco Sarracino. Ha lavorato nel silenzio con i dirigenti nazionale per calare sul livello locale l’alleanza giallorossa. Ha subito critiche e attacchi, soprattutto a sinistra, ma non è mai caduto nel tranello della rissa. Con Nicola Nardella rappresenta quella nuova classe dirigente a cui Manfredi può e deve fare riferimento.
“Abbiamo chiesto scusa per errori mai commessi – scrive sulla pagina Facebook Sarracino – e siamo tornati ad esercitare una funzione di rappresentanza e conflitto nella società. Siamo usciti dalla bolla nella quale siamo stati fino al 2018 e ci siamo calati nella realtà. Non abbiamo risposto ad una sola provocazione, neanche per sbaglio. Mentre gli altri parlavano al ceto politico, noi abbiamo parlato ai napoletani. Ora abbiamo il dovere assieme ai nostri alleati di lavorare immediatamente al Patto per Napoli”.
Poi prosegue: “un ringraziamento particolare va al segretario nazionale Enrico Letta. È grazie a lui e alla segreteria nazionale se siamo riusciti a costruire un percorso politico chiaro e senza sbavature. Aver avuto un partito nazionale che ci ha aiutato in ogni momento di difficoltà è stato fondamentale”.
“Ora con il segretario lavoreremo da subito al Patto per Napoli – ha assicurato Sarracino – affinché la città possa uscire il prima possibile da una condizione estremamente negativa a cui il sindaco uscente l’aveva relegata. La prima priorità è realizzare il Patto per Napoli, rispettando l’impegno preso. Affrontare il tema del debito è prioritario”.
Il segretario dem ha spiegato che l’obiettivo è ora quello di costruire una “città delle opportunità che tornerà ad essere una capitale europea. Napoli uscirà dall’isolamento a cui de Magistris l’aveva condannata”.