
Contro l’impianti di rifiuti a Napoli est è nato un cartello di comitati e associazioni. Da Potere al popolo al Comitato civico San Giovanni, dalle Acli a Medicina Democratica, fino ad ex esponenti del Movimento 5 Stelle del territorio come Tina Formisani.
“La decisione di collocare un digestore per lo smaltimento dei rifiuti organici con la loro trasformazione in energia e compost non di qualità nell’area orientale di Napoli – scrivono le organizzazioni No Biodigestore – è motivo di particolare preoccupazione per i cittadini residenti circa le possibili ricadute negative sulla salute pubblica e sul territorio, già fortemente manomesso dal punto di vista ambientale. Le incertezze sui possibili effetti nocivi che potrebbero causare la realizzazione del digestore da 30mila tonnellate all’anno, come si legge nella nota del Sindaco, sui livelli di salute della popolazione locale ha motivato e portato alla costituzione di comitati di cittadini impegnati a rappresentare con fermezza le loro perplessità e a garantire il superamento di ogni incertezza in merito con altre soluzioni alternative che tutelino salute e ambiente”.
Insieme ad una nota sottoscritta per un chiaro Alt alle procedure istituzionali avviate, Comitati civici, parrocchie e associazioni ambientaliste stanno organizzando “un tavolo di studi, con esperti e docenti, per approfondire il tema e fornire ogni utile documentazione da sottoporre al Sindaco di Napoli, alla Regione Campania, al Ministero della transizione ecologica e per conoscenza alla VI municipalità, per ogni seria ed opportuna decisione e scelta alternativa per la collocazione del biodigestore”.
I comitati di lotta contro l’attuale realizzazione dell’impianto di compostaggio, si dichiarano, nel frattempo, “pronti a scendere in piazza, ritenendo prioritaria la salute dei cittadini e l’ambiente ammonendo che faranno sentire decisamente la loro forte opposizione contro ogni proposta pericolosa per la cittadinanza, perché la salute dei cittadini e la vivibilità di un territorio non ha prezzo e non si baratta”.
“Molte sono le gravi esperienze del passato, dall’area della ex Q8 fino al porto di Napoli che ospita ancora la darsena petroli e non possiamo ritornare alle vecchie logiche di potere e controllo per il profitto di mercato. Vigileremo, e, se necessario, interverremo fermamente con durezza che merita chi non rispetta l’ambiente e la pubblica salubrità, concludono i comitati di lotta.
No al digestore nè a Napoli est nè altrove”, conclude la nota di comitati e associazioni promotori, “No al digestore a Napoli est e altrove”.