Con la nomina da parte del Tribunale di Roma dei Commissari che dovranno sovrintendere alla gestione dell’azienda, si apre un altro capitolo della vicenda “Datel”. A intervenire su questo caso che “ha generato e continua a generare profonda angoscia e grande preoccupazione non solo tra i lavoratori e le rispettive famiglie ma anche tra tutti i cittadini che hanno a cuore le sorti della nostra comunità” è Filippo Sestito di Un’altra Calabria è possibile.
“Così come avvenuto in un passato recente con la chiusura delle fabbriche – afferma Sestito – chi ha il dovere istituzionale di intervenire in modo incisivo e determinante nella questione, i partiti, la classe politica e dirigente, è colpevolmente assente”.
“Invece di coinvolgere i propri referenti politico-istituzionali a livello regionale e nazionale – continua Sestito – i Ministri ed i rappresentanti del Governo espressione della propria parte politica richiedendo un impegno specifico per una questione vitale come quella della Datel, i partiti cosa fanno? Continuano a litigare per le segreterie, per qualche assessorato o qualche incarico negli enti”.
Secondo il portavoce di Un’altra Calabria è possibile “il modo in cui è stata gestita tutta la vicenda, in questi lunghi mesi, non ha sortito gli effetti sperati e si rischia di assistere al colpo definitivo al presente ed al futuro lavorativo delle tante lavoratrici e lavoratori del nostro territorio”.
Un colpo “mortale” per un territorio come quello di Crotone e della fascia ionica “inferto dai Governi e dalle Amministrazioni che si sono succedute negli ultimi decenni e che hanno portato avanti politiche che hanno generato il depauperamento del tessuto economico-produttivo e sociale del Mezzogiorno italiano”.
“Le stesse classi politiche e dirigenti delle province di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria hanno scientemente, spesso con l’avallo degli stessi politici crotonesi, messo in atto la distruzione e marginalizzazione dell’arco ionico calabrese riuscendo simultaneamente ad affossare in modo significativo la Calabria tutta, offrendo ai coaguli di potere ed alle consorterie criminali più o meno organizzate tutte le risorse destinate alle nostre comunità”, conclude Sestito.