Antonio Giordano* – Pietro Calamandrei definiva la Costituzione Italiana “materia viva”, fondamento della nostra vita collettiva, patto unitario che ne regola e difende la Democrazia e l’Unità civile del Paese. Ed infatti, affermava: “La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità”.
E’ la nostra principale fonte di diritto, quella dalla quale dipendono gerarchicamente tutte le altre norme giuridiche dell’ordinamento italiano. E’ scritta, rigida, lunga, votata, laica, compromissoria, democratica e programmatica.
Aggiungere “parole nuove” come Ambiente e Biodiversità costituisce una conquista fondamentale, un passaggio imprescindibile per la tutela e l’interesse delle future generazioni alla transizione ecologica, per creare regole ben definite che pongano fine alla distruzione sistematica del territorio, delle acque, del mare. L’introduzione della tutela ambientale e della biodiversità si configura in questo modo non come mero bene o come una materia ma piuttosto come un “valore primario” e sistemico. Considerare l’ambiente, come un valore costituzionalmente protetto significa uscire da una visione antropocentrica che lo vede a servizio dell’uomo e come tale sfruttato, maltrattato in funzione del progresso, dell’economia e, considerarlo come natura e habitat.
Una visione del genere potrebbe garantire gli interventi a tutela, quelli di ripristino, di bonifica, di prevenzione e tutela del territorio nazionale, senza deroghe.
La bellezza di questo risultato, e’ visibile a quanti hanno voluto la modifica dell’art. 9 e 41 della Cost. che la Camera ha approvato definitivamente con 468 voti a favore ed uno contrario e sei astenuti. Come noto, le modifiche alla Carta Costituzionale seguono un iter rinforzato; il testo infatti era già stato approvato dal Senato, con la maggioranza di due terzi, lo scorso 3 novembre.
Quelle appena vissute possono considerarsi giornate storiche per il Paese, che sceglie la sostenibilità come “valore” a vantaggio delle future generazioni, concretamente e per iscritto. Nel dettaglio, il nuovo comma dell’art. 9 riconosce la tutela dell’ambiente della biodiversità, degli ecosistemi, accanto alla tutela del paesaggio, del patrimonio storico-artistico della nazione.
E’ stato poi introdotto un principio a “tutela degli animali” attraverso una riserva di legge che ne disciplinera’, le forme e i modi.
Al contempo, l’art. 41 della nostra Costituzione, che già si esprimeva in materia di iniziativa economica, e’ stato modificato a favore della prospettiva della tutela ambientale. Nel secondo comma dello stesso, si stabilisce che l’iniziativa economica non puo’ svolgersi “in danno alla salute e all’ambiente”, per cui sono stati previsti anche programmi di controllo all’attività economica pubblica e privata. Finalmente sversare rifiuti, materiali inquinanti, di scarto, immissioni nocive nell’aria, nell’acqua, nella terra, diventa una “violazione della Costituzione”. L’impegno ambientalista, gli avvertimenti, le sollecitazioni e il monito degli scienziati, la consapevolezza dei giuristi, il grido del popolo, i morti, hanno trovato una degna vittoria. Questa modifica potrebbe sancire un patto nuovo tra l’uomo e l’ambiente, in cui l’ambiente gioca un ruolo di primo piano e la cui violazione diventerà , da oggi in poi, “violazione della Costituzione italiana”.
L’augurio personale e’ l’Italia, anche grazie a questa modifica, affronti la questione ambientalista e, in particolare al tema dei rifiuti tossici e dei suoi drammatici effetti sulla salute che tanto mi ha visto impegnato in questi anni con costanza e determinazione.
*Direttore Sbarro Institute di Filadelfia, professore Università di Siena, coordinatore Gruppo Ambiente e salute Pnrr per il ministro della Salute