
Giuseppe Manzo – La quinta sconfitta interna in 5 mesi, una ogni 30 giorni. Napoli-Fiorentina 2-3 dice che Italiano batte Spalletti nella lettura della gara, che Osimhen da solo non basta (1 assist e un 1 gol) e gli azzurri crollano ancora una volta nel passo decisivo davanti ai loro tifosi.
I viola dopo la prudenza iniziale imbrigliano i partenopei che passano in svantaggio e recuperano campo solo con l’ingresso di Mertens che pareggia ma la squadra è sbilanciata con 4 attaccanti mentre Italiano con i suoi cambi attua la contromossa e il Napoli subisce l’uno-due devastante.
La matematica dice che tutto è ancora in gioco in un campionato “a perdere” ma ora non basta più solo vincere: ora devono crollare anche le milanesi per riaccendere la fiammella della speranza di questa stagione strana, avvicente e al tempo stesso mediocre per la Seria A.
Spalletti esce battuto e abbattuto: “È un pochino una sentenza, diventa difficile recuperare punti in poche partite. Non abbiamo altra scelta se non quella di continuare ad allenarsi in maniera corretta e provare a fare più punti possibili”.
L’allenatore poi ci ripensa all’esclusione del belga con in campo gli spenti Ruiz e Zielinsky: “non lo so, probabilmente non era un azzardo. Inutile tornare indietro e fare i conti su come si è scelto prima”.
Mentre il Milan scende in campo a Torino e un altro passo falso può risollevare il morale della piazza per crederci ancora resta l’amaro in bocca per i punti persi proprio in casa dove il calore dei tifosi sembra essere controproducente allo stress di questa squadra. Campionato finisce quando arbitro fischia, parafrasando Boskov. Napoli ora ci crede poco o niente al sogno, agli azzurri e a Spalletti il compito di smentirci. O almeno provarci (nerazzurri e rossoneri permettendo e gufando).