“Dopo le estenuanti trattative locali e nazionali, Franco Miceli, candidato Sindaco per le prossime elezioni amministrative palermitane, è stato protagonista della sua prima uscita pubblica. Da quel palco, utilizzate a mo’ di slogan, sono riecheggiate le contraddizioni della sua candidatura”.
A Palermo la campagna elettorale si infiamma e Rita Barbera attacca il suo avversario che ha ricevuto l’investitura ufficiale per correre alla carica di sindaco.
“Proprio lui, oggetto di accordi politici locali e che è volato a Roma per avere il consenso dei segretari nazionali dei partiti che rappresenta – incalza Barbera – ha preso le distanze da quei partiti asserendo che è arrivato il momento di far cessare gli accordi di potere, giacché i suoi sono già stati raggiunti, e che è necessario dare priorità alle competenze anche se, è più che mai evidente, che si stanno conformando liste di appoggio che contengono i soliti noti, quelli stessi che oggi siedono sugli scranni di Palazzo delle Aquile e ai quali si deve la tragica situazione di Palermo”.
“Amore per la città? Amare Palermo significa, innanzitutto, non andarsene – attacca Barbera – mentre lui, lo ricordiamo bene, dopo aver abbandonato manifestazioni, scioperi, occupazioni, ciclostile e volantinaggi ha deciso che un architetto non avrebbe avuto futuro a Palermo e se n’è andato, (in)tanto il partito e il sindacato continuavano ad essere con lui”.
Per Barbera “grande assente nelle parole di Miceli, se escludiamo una boutade nella parte introduttiva del suo discorso, è stata la necessità di una forte partecipazione femminile al governo della città non tanto per un problema di ‘quote rosa’ o di ‘genere’, ma per necessità di una sensibilità più ampia e trasversale”.
“I problemi della città sono stati da lui utilizzati come slogan – afferma Barbera – e c’è il rischio che, ancora una volta, diventino demagogia, quella demagogia che dichiara di voler rifuggire. In alcuni tratti del suo intervento, peraltro, è riecheggiato uno degli slogan di un politico democristiano dei tempi che furono che asseriva ‘Palermo ha bisogno dell’Europa e l’Europa ha bisogno di Palermo’. Ha parlato di un ‘motore’ necessario ma, purtroppo, ha dimenticato che un motore va alimentato e, dalle sue parole, non è stato menzionato nessun sistema adeguato”.
“Ambiente, trasporto e servizi pubblici, nelle sue parole, risuonano come obiettivi impossibili proprio per la scollatura che ha dimostrato esserci tra lui e la città, tra lui, le palermitane e i palermitani”, conclude la candidata sindaco.