Nella mattinata ad Acerra (Napoli), Napoli e Nuoro, militari del Nucleo Investigativo del Gruppo carabinieri di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di sei persone, emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, a carico di altrettanti indagati gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di concorso in omicidio, detenzione illegale di armi e ricettazione, aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.
L’attività investigativa, svolta dal citato Nucleo e coordinata dalla Dda di Napoli, ha consentito di documentare l’esistenza e l’operatività di due gruppi criminali, uno formatosi ad Afragola e coagulatosi intorno a Cosimo Nicolì, classe ’77, e l’altro guidato da Bruno Avventurato, 47enne, operante ad Acerra. I due sodalizi in accordo tra loro hanno ideato e organizzato l’omicidio di Pasquale Tortora, elemento di spicco dell’omonimo clan attivo ad Acerra e Casalnuovo di Napoli, avvenuto il 20 maggio di due anni fa.
Nell’occasione il gruppo Avventurato aveva fornito il necessario supporto logistico ai sicari, mentre Nicolì si era preoccupato di reperire i killer. Per l’assassinio il Nucleo Investigativo dei militari di Castello di Cisterna ha già arrestato gli esecutori materiali del delitto, in conseguenza dell’emissione di una misura cautelare richiesta dalla Dda partenopea ed emessa dal competente giudice per le indagini preliminari.
Alla base dell’omicidio un doppio movente: vendicare l’uccisione di Giuseppe Avventurato, fratello di Bruno e già capo dell’omonimo gruppo, di cui si riteneva responsabile il predetto Tortora, e suggellare un patto tra i due gruppi camorristici finalizzato ad assicurarsi il controllo congiunto dei traffici illeciti nel territorio di Acerra; che Cosimo Nicolì nel rapportarsi con i propri sodali e alleati ha speso il nome della famiglia Senese originaria di Afragola, ora di stanza a Roma e già in storici rapporti con il clan Moccia.
Tra i coinvolti nell’indagine vi era anche Pasquale Di Balsamo, ucciso il 29 aprile scorso in una sparatoria avvenuta ad Acerra tra lo stesso Di Balsamo e un 21enne, anch’egli deceduto in conseguenza del conflitto a fuoco. Le evidenze investigative hanno dimostrato che Di Balsamo si era prodigato in prima persona per fornire l’appoggio ai killer di Pasquale Tortora.