Giuseppe Manzo – Esattamente un anno fa il Movimento di lotta 7 novembre scoperchiava il bubbone delle assunzioni interinali in Asia. Manifestazioni e contestazioni durante le selezioni a Città della Scienza arrivano fino all’apertura di un’indagine della Guardia di Finanza con la cosiddetta “parentopoli”.
Lo stesso Movimento porta avanti una vertenza, piante organiche alla mano, per un percorso di formazione e assunzione proprio nell’aziende dedita alla raccolta dei rifiuti e all’igiene urbana. Fino alla scorsa settimana l’apertura del tavolo interistituazionale, rimandato a oggi con i disoccupati ancora in piazza, è stata strappata tra tensioni, denunce ai danni dei portavoce e ripetuti scaricabarile tra i vari enti.
Con il cambio di sindaco e amministrazione è arrivato il nuovo Ad Domenico Ruggiero che in commissione lo scorso lunedì ha spiegato: “è dal personale che l’azienda deve necessariamente ripartire”. Così entro la prima decade di giugno sarà bandito il concorso per 650 assunzioni nel triennio 2022 – 2024; tra queste, le assunzioni dei 242 lavoratori ex bacino CUB. Chiariti i requisiti di accesso al concorso: occorrerà il diploma di scuola media inferiore e non verrà attribuito alcun punteggio aggiuntivo ai titoli di studio superiori. “Dopo questo primo passo sarà possibile elaborare, entro fine anno, un Piano industriale con una visione di ampio respiro, che porti l’azienda a essere ‘smart’, con costi abbattuti e un netto miglioramento del servizio”.
Disoccupati contenti? Non tanto. Il 7 novembre manifesta dubbi e preoccupazioni sul concorso pubblico e punta all’inserimento nei GOL – Garanzie occupabilità lavoratori previste dal Pnrr: “341 Milioni di euro fondi del Pnrr già conquistati relativi ai piani urbani integrati che vede protagonisti 50 Comuni dell’ex Provincia, aziende come la Sapna che necessitano di personale, bandi e concorsi per Asia per oltre 600 spazzini senza risolvere nel frattempo le vertenze storiche dei disoccupati”.
Ed è su questo fiume di soldi che si gioca la partita perché sono tanti gli interessi che in città spingono verso altre direzioni. E i dubbi arrivano anche sulla “garanzia” e “trasparenza” di un concorso pubblico mentre sotto i palazzi i “clientes” pressano dopo l’ultima tornata elettorale, tanto che le nomine degli assessori municipali sono bloccate dopo l’aumento del compenso per le poltroncine dei parlamentini napoletani.
Siamo di fronte a una storia tutta napoletana. Il movimento dei disoccupati rappresenta il “cattivo” che in piazza vuole il “posto”. I posti di lavoro, però, servono per far funzionare aziende municipalizzate al collasso e il pericolo clientalare è sempre dietro l’angolo. Un concorso è davvero una modalità trasparente che risponde ai bisogni? Non è possibile avere una mappa di disoccupati storici e percettori del reddito di cittadinanza? Queste le domande da girare a chi amministra in uno dei momenti più difficili e spesso drammatici di Napoli.