“Soldi pubblici per fare propaganda elettorale”. Questa l’accusa del candidato sindaco Raffaele Postiglione in una nota scritta al prefetto di Napoli Claudio Palomba. La campagna elettorale del comune flegreo entra nel vivo ed è scontro a tutto campo.
“C’è chi si strappa le vesti parlando di correttezza e lealtà, ma evidentemente non guarda in casa propria. – afferma Raffaele Postiglione candidato sindaco per Pozzuoli ORA, Potere al Popolo e Pozzuoli in Comune – Le tante inaugurazioni, le istallazioni di arredi, giochi e altro non sono certamente mancate in questa campagna elettorale. Tutto comunicato in pompa magna attraverso i canali istituzionali pagati con i soldi di tutti, compreso il portavoce del Sindaco. In questa ultima settimana arriva anche il libro autocelebrativo. La ciliegina sulla torta, indigesta e di cattivo gusto. Ma ancor più grave, in totale spregio alla legge”.
L’articolo 9 della legge 28 del 2000 vieta alle amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione in campagna elettorale, ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni. “Divieti del tutto inosservati dall’amministrazione uscente, parte attiva di questa campagna elettorale. Lo dimostrano i numerosi comunicati stampa, apparsi anche sul sito istituzionale nelle ultime settimane, e ancor di più la produzione e presentazione del libro ‘I dieci anni del Fare’. Pubblicazione frutto di una Delibera di Giunta tra l’altro votata anche da Paolo Ismeno, attuale assessore al bilancio e candidato Sindaco”.
“il Dott. Paolo Ismeno ha puntato la sua campagna elettorale proprio sulla correttezza delle politiche di bilancio. – commenta Postiglione – Lo ritroviamo però ad approvare ed avallare la spesa di denaro pubblico per un’attività di mera propaganda, in contrasto con le norme nei modi e nei tempi. Stigmatizziamo per l’ennesima volta un atteggiamento padronale da parte di una classe dirigente che crede che le Istituzioni possano essere plasmate secondo interessi ed esigenze proprie. Mentre gli altri tacciono, perché distratti o forse finora abituati a condividere queste modalità, noi abbiamo avvertito il dovere di comunicare il tutto al Prefetto. È il momento – conclude Postiglione – di chiudere definitivamente con questo modo di gestire la cosa pubblica”.