Monta la preoccupazione a Napoli Est dopo la pubblicazione della nuova scandenza per il deposito di Gnl a Vigliena sul sito del Mite. Dopo il Comitato civico San Giovanni è l’associazione K Marin a pubblicare alcuni file presenti nella documentazione integrativa richiesta dal Ministero per la transizione Ecologica alla Società Edison S.p.A. e alla Kuwait Petroleum Italia S.p.A, promotrici del progetto di realizzazione di un deposito di GNL da 20mila metri cubi da collocare sulla darsena petroli di San Giovanni a Teduccio.
“Le immagini non lasciano spazio a interpretazioni. È evidente che l’enorme bombolone da 20mila metri cubi di GNL – scrive in una nota l’associazione K Marin – verrebbe a trovarsi in un contesto urbano densamente popolato a due passi da edifici monumentali e sottoposti a vincolo come la Ex Corradini, il Forte Di Vigliena e l’ex dazio Doganale opera dell’architetto Stefano Gasse”.
“Ma ancor più preoccupante – continua l’associazione – è la vicinanza alle abitazioni, alle attività commerciali o al polo formativo rappresentato dalle Officine San Carlo sede dei laboratori del San Carlo ospitati all’interno della ex Cirio e al polo universitario e alla Apple Accademy di via Protopisani”.
Secondo l’associazione “realizzare questo impianto rappresenta un grave attentato alla sicurezza pubblica e negherebbe definitivamente la possibilità per la città di riappropiarsi di questo pezzo di costa”.
Solo pochi mesi fa il Presidente dell’Autorità portuale “ha bloccato in autotutela il procedimento definendolo “una forzatura pericolosa per il porto e per tutta l’area di Napoli Est”: la posizione del Presidente Annunziata è stata condivisa dal Comune di Napoli, dalla VI Municipalità, dalla Città Metropolitana e dalla Regione Campania.
“Tutte le istituzioni hanno convenuto sull’opportunità di non dare seguito alla gara di progettazione indetta dall’Autorità di sistema portuale e di dare priorità ai processi di bonifica dell’area SIN, con ricorso a sistemi integrati di riciclo delle acque. Chiediamo, pertanto, a tutte le istituzioni di non abbassare la guardia e di tenere il punto su una questione di primaria importanza”, conclude l’associazione.
Nelle prossime ore attivisti, comitati e associazioni dell’area orientale si incontreranno per lanciare iniziative e mobilitazioni di fronte a un progetto che sembrava tramontato e che ora invece terrorizza la cittadinanza dell’ex area industriale della città.