NAPOLI ALLA FINESTRA – PARLA LUCIANO CROLLA (AZIONE): “MANFREDI FATICA, AMMINISTRAZIONE INSUFFICIENTE”

NAPOLI ALLA FINESTRA

Giuseppe Manzo – “Napoli alla finestra” è il titolo di un ciclo di interviste per capire lo stato della città e di chi la amministra. Alla finestra come quando si sta fermi a vedere ciò che succede e a fissare un punto: questo appare lo stato d’animo di una Napoli stremata e incapace di affrontare le questioni urgenti per il suo futuro perdendosi in ridicoli dibattiti su panni stesi, pizza e putipù.

Oggi il confronto è con il segretario di Azione Napoli Luciano Crolla. Già candidato al consiglio comunale in sostegno a Bassolino, Crolla di recente guida il partito di Carlo Calenda a Napoli: “c’è da costruire la casa dei riformisti”.

Luciano Crolla, segretario di Azione Napoli

In questo scenario politico instabile e con l’imminente scadenza per le elezioni politiche il segretario Pd ha definito Napoli “come modello di coalizione” da ripetere a livello nazionale: lei è d’accordo?

No. Il PD a Napoli ha riesumato l’Ulivo a mezzo stampa col plauso di Mastella, colui che lo affossò 20 anni fa nella sua riedizione che si chiamava “Unione”. Non di grande auspicio. È un’operazione nostalgia che non ci interessa. Mettere insieme tutto e il contrario di tutto contro lo spauracchio del nemico alle porte non è un programma politico e proprio le difficoltà della articolata (per usare un eufemismo) maggioranza che sostiene l’amministrazione di Napoli lo dimostrano. Con chi sta il PD? Con Mosca o con Kiev? Con i sussidi o con il lavoro? Con le riforme, a partire da quella della giustizia, o con la conservazione? Con l’autonomia energetica o con i no-tap? Con le infrastrutture o con i no-tav? Con lo sviluppo o con la decrescita infelice? Con i giovani o sempre con i soliti iper-garantiti? Noi vogliamo costruire la forza riformista di cui il Paese ha bisogno.

Dopo 9 mesi di amministrazione Manfredi qual è il suo giudizio sull’operato che ha ricevuto non poche critiche dall’opinione pubblica?

Manfredi è una personalità di tutto rilievo ma, inutile negarlo, l’amministrazione ha fin qui faticato a lasciare il segno. I ritardi sono evidenti. Le coalizioni caravanserraglio possono vincere, ma senza una visione comune non governano. Facciamo il tifo per Napoli e speriamo vada meglio, per ora giudizio insufficiente.

Il Pnrr dovrebbe essere la grande opportunità per il Paese e per la città. Ci sono tanti timori di possibili infiltrazioni e si chiede maggiore informazione in merito ai bandi: qual è la posizione di Azione?

Il Pnrr si chiama così solo in Italia, nel resto d’Europa si chiama “Next generation EU”. Sono i soldi per costruire la città dei figli, non per coprire i debiti dei padri. Meglio ricordarlo. In ogni caso, sono risorse europee e quelle non sono mai mancate. È mancata classe dirigente capace di investirle in buone idee e non in mance elettorali. Abbiamo una capacità di spesa molto bassa anche per le carenze organiche, in termini di numeri e competenze, negli enti locali. La più grande riforma della pubblica amministrazione sarebbe svecchiare gli organici e prendere giovani qualificati, motivati e capaci, soprattutto al sud. Cultura, competenza e buona amministrazione sono il miglior argine contro le infiltrazioni.

Dalla pandemia Napoli vive il disorientamento e la recrudescenza della violenza urbana. Minori armati di coltello, centro storico insicuro e controllo criminale: la città sembra mutare la sua “specificità” e sembra somigliare sempre di più a grandi metropoli internazionali, soprattutto sudamericane. È d’accordo?

È impressionante la recrudescenza di questi fenomeni. È evidente che alla sua crisi sociale storica la città ha visto sommarsi gli effetti della pandemia e della guerra. Senza tabù, il controllo del territorio è importante. Ma servono ancora di più istruzione e lavoro, non solo sussidi e pattuglie. Scuole aperte e lotta alla dispersione, formazione continua, ma anche, come abbiamo proposto in parlamento, vantaggi fiscali per il lavoro giovanile. Infine, progetti industriali seri. Una grande città non può vivere di solo turismo, è una illusione.

Quali sono per Azione le prime tre priorità per Napoli da realizzare entro la fine del 2022?

Decoro urbano, trasporti e cura del verde sono vere e proprie emergenze. Ci basterebbe vedere un cambio di passo su questi capitoli. Ma resta il convitato di pietra, il macigno sulla programmazione di ogni attività, ordinaria o straordinaria: il debito. Il cosiddetto “patto per Napoli”, spalmato sui cinque anni, copre a mala pena gli interessi. Dunque, vorremmo vedere avviata la riforma della macchina comunale e delle partecipate, non solo sui giornali.

Carlo Calenda sarà a Napoli il 5 luglio per presentare il libro: sarà anche occasione per fare il punto sullo sviluppo di Azione in città e in regione?

Carlo Calenda presenterà il suo libro “La libertà che non libera” nel quale è presente una riflessione importante sulla fine degli orizzonti, anche di quelli ideologici, e sull’eterno immanente nel quale è condannata a muoversi anche la politica. Sarà anche un momento per incontrare nuovi amici e festeggiare gli importanti risultati elettorali ottenuti anche in Campania e a Napoli. Abbiamo deciso di essere un partito vero, di celebrare i congressi e da allora continuiamo a crescere. Sarà un abbraccio, poi si torna pedalare: c’è da costruire la casa dei riformisti.

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