NAPOLI, DAL GRIDAS DI SCAMPIA ALLO SGARRUPATO: SPAZI SOCIALI A RISCHIO, LA FINE DEI “BENI COMUNI”?

Finita l’era de Magistris dell’autogestione e delle “assemblee del popolo a Napoli. E ora diversi spazi sociali e centri culturali sono seriamente a rischio con il cambio di Amministrazione. Dal Gridas allo Sgarrupato fino alla vicenda (diversa) di Mezzocannone occupato (fa capo a un procedimento giudiziario relativo alla gestione degli introiti degli eventi) i principali riferimenti della “rivoluzione arancione” sotto la bandiera dei “beni comuni” rischiano di dover sfrattare.

“Sulla vicenda del GRIDAS tutto tace: il nostro invito al Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, è rimasto senza risposta alcuna a tre mesi e mezzo dalla richiesta di ‘incontro urgente’ avanzata il 14 marzo scorso e rilanciata a mezzo pec la settimana successiva, subito dopo aver ricevuto la sentenza di condanna dall’Acer/ex-Iacp”.

Così in una nota il centro sociale di Scampia che chiede al primo cittadino di poter avere un confronto: “ci dicono abbia incaricato comunque gli assessori per affrontare la questione, ma noi continuiamo a credere nei rapporti umani: vorremmo incontrare lui, per conoscerci, presentarci, raccontargli cosa facciamo e cosa chiediamo, dato che non lo sa”.

I due assessori sono stati già incontrati: “il 10 maggio è venuta l’assessora all’Urbanistica Lieto al centro sociale e il 13 maggio siamo stati ricevuti dall’assessore al Patrimonio con delega al Bilancio Baretta, ricevendo da entrambi l’impegno a risolvere la “questione complicata”. A entrambi abbiamo fatto presente che i tempi giudiziari incalzano: abbiamo ricevuto una condanna di sgombero, di pagamento di ingenti spese legali.. Ne abbiamo ricevuto la promessa a un sopralluogo “a breve’. Poi più nulla. E’ passato più di un mese”.

A inizio giugno Lebro, presidente dell’Acer, è venuto a Scampia per un incontro sull’energia: “nostri sostenitori, appena l’hanno riconosciuto, lo hanno avvicinato e gli hanno fatto presente la questione aperta del GRIDAS. Si è affrettato a rispondere che è in attesa di risposte dal Comune dopo un primo incontro avuto con la Lieto ad aprile”. Tutto fermo.

Il GRIDAS è in mobilitazione permanente, tutti i venerdì, alle 18:30 ci sono incontri “nella nostra sede del centro sociale di Scampia, centro sociale che abbiamo mantenuto in 41 anni nella sua destinazione d’uso e che condividiamo con altre realtà del territorio”.

Altra vicenda è quella dello Sgarrupato/Eta Beta ai Quartieri Spagnoli. Oggi è in programma un presidio in piazza Municipio mentre sui social gli attivisti hanno lanciato un tam tam solidale con foto di comuni cittadini a sostegno dello spazio. “Siamo convinti che l’assessore alle politiche giovanili non conosca la storia, la realtà, le attività e il radicamento di questa rete sociale – scrivono gli attivisti in una nota – e neanche ha voluto conoscerla, dal momento che dopo un unico spiacevole episodio di attrito ha sistematicamente eluso ogni richiesta di chiarimento e di incontro con la rete nella sua collettività e oggi non sappiamo se questa azione è tristemente una rappresaglia o invece esprime altre prospettive”.

“Come da una torre di burocrazia e astrazione ci sono arrivate infatti contestazioni che ci appaiono francamente surreali – prosegue il comunicato – come quella per cui aver sostenuto con la solidarietà dal basso e col supporto di Emergency centinaia di famiglie per due anni durante la pandemia o l’aver contribuito a costruire carovane di solidarietà per i/le rifugiate dall’Ucraina fossero attività “non autorizzate” (eppure riconosciute dallo stesso Comune di Napoli) o ancora che alcune attività, per altro anch’esse previste nella convenzione, avrebbero come target ragazzi troppo giovani, in un quartiere dove l’evasione scolastica dalla scuola dell’obbligo è un autentica ferita sociale”.

“Tuttavia non possiamo non sollevare lo sguardo e prendere atto che questa iniziativa che allude alla censura e allo sgombero non cade nel vuoto ma in un momento in cui le spinte alla gestione privatistica del patrimonio pubblico alimentano un dibattito amministrativo quanto meno ambiguo nei confronti della rete di esperienze comunitarie e di tutta l’innovazione giuridica e politica che va sotto il nome dei beni comuni”, sottolineano gli attivisti dello Sgarrupato alludendo a una linea politica ben precisa della nuova Amministrazione: è finita l’era dei beni comuni e degli spazi sociali?

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