Giuseppe Manzo – “Napoli alla finestra” è il titolo di un ciclo di interviste per capire lo stato della città e di chi la amministra. Alla finestra come quando si sta fermi a vedere ciò che succede e a fissare un punto: questo appare lo stato d’animo di una Napoli stremata e incapace di affrontare le questioni urgenti per il suo futuro perdendosi in ridicoli dibattiti su panni stesi, pizza e putipù.
Oggi il confronto è con il segretario del Partito Democratico di Napoli Marco Sarracino: a 33 anni ha guidato il partito alla rinconquista dell’amministrazione comunale dopo 10 anni con l’elezione del sindaco Gaetano Manfredi.
Segretario, lei ha definito Napoli un “modello” come coalizione larga anche per la scadenza nazionale. Siamo all’indomani dei ballottaggi con la vittoria del centrosinistra anche in città storicamente di destra come Catanzaro e Verona: lei è fiducioso per le elezioni politiche?
Assolutamente si. E’ stata una vittoria chiara e netta. Pagano la responsabilità e la coerenza, ma soprattutto l’impegno del PD sul versante delle battaglie per i diritti civili e sociali. In ogni piazza, in ogni assemblea, in ogni confronto, noi saremo riconosciuti come il partito del salario minimo, il partito che vuole aumentare gli stipendi che in Italia sono ormai fermi da troppo tempo, il partito del DDL Zan, il partito che da rappresentanza e potere a chi è senza rappresentanza e potere. Questa sarà la rotta che con il segretario Letta tracceremo in vista delle elezioni politiche.
Napoli, nel bene e nel male, è sempre stato un laboratorio di avanguardia: qual è il suo bilancio di questi primi 9 mesi di Amministrazione Manfredi? Le critiche non mancano, anche all’interno del centro-sinistra, per una certa distanza tra il palazzo e i cittadini: esiste questo problema secondo lei? Nel caso è un problema di comunicazione o politico?
Se oggi il dibattito politico si concentra sulla costruzione di un nuovo Ulivo, è proprio perchè abbiamo sdoganato questa formula un anno fa candidando Gaetano Manfredi e costruendo una coalizione competitiva al suo fianco. Una operazione politica che rivendichiamo con forza, che ha permesso alla nostra città di uscire dall’isolamento politico. Aver realizzato il “patto per Napoli” dimostra la serietà con cui il sindaco e il PD stanno lavorando, ma è chiaro che occorre fare di più e comunicarlo meglio. E’ arrivato il tempo di dare un’anima alla nostra coalizione.
Il Pnrr dovrebbe essere la grande opportunità per il Paese e per la città. Ci sono tanti timori di possibili infiltrazioni e si chiede maggiore informazione in merito ai bandi: qual è la posizione del Pd napoletano?
Il PNRR è la più grande opportunità di crescita che il nostro paese ha dal dopoguerra ad oggi. Una opportunità che dipende innanzitutto dalla qualità delle classi dirigenti che sui territori dovranno dimostrare di saper progettare e spendere. E’ chiaro che il problema di una possibile infiltrazione nell’apparato amministrativo esiste, come si evince anche dai numerosi scioglimenti per infiltrazione che purtroppo si sono verificati nei nostri territori. Il PD vigilerà affinchè non si verifichino criticità e che tutto avvenga nella maniera più efficace ed efficiente.
Dalla pandemia Napoli vive il disorientamento e la recrudescenza della violenza urbana. Minori armati di coltello, centro storico insicuro e controllo criminale: la città sembra mutare la sua “specificità” e sembra somigliare sempre di più a grandi metropoli internazionali, soprattutto sudamericane. È d’accordo?
Quello della microcriminalità è un fenomeno che purtroppo si verifica in tutte le grandi metropoli. Il tema di come noi rendiamo le nostre città, luoghi sicuri, è assolutamente attuale: le forze dell’ordine fanno un lavoro straordinario, nonostante troppe volte i mezzi a disposizione siano davvero molto limitati, ma poi c’è una questione culturale e sociale che dipende dalle scelte politiche che si compiono. Il PD ritiene che il ruolo della scuola su questo versante sia fondamentale. La firma del patto educativo va proprio in questa direzione.
Quali sono le sue 3 priorità per Napoli da realizzare entro il 2022?
Voglio essere radicale: consegnare ai napoletani una città in cui i servizi minimi essenziali non siano quelli più bassi d’Europa. Per cui il potenziamento del trasporto pubblico è sicuramente prioritario, così come quello della pulizia della città. Su quest’ultimo punto l’assessore Mancuso sta svolgendo un difficile ma positivo lavoro. Finalmente è partito il concorso per i nuovi operatori ASIA ed è iniziato il lavaggio delle strade. Infine, siamo impegnati con l’assessore Armato affinchè si mantengano gli standard numerici e qualitativi dei flussi turistici che animano la nostra Napoli.
Infine, lei ha 33 anni e i dati ci dicono che i giovani soprattutto laureati scappano via da questa città: da dirigente politico cosa sente di dire a chi ancora rimane in questa città?
Chi va via non va giudicato, perchè ha sicuramente dei motivi validi per farlo. Restare a Napoli è un atto d’amore nei confronti della propria città. Significa voler realizzare i propri sogni nel luogo in cui si nasce, ma soprattutto, significa voler impegnarsi nel proprio piccolo, anche ad essere protagonisti di un cambiamento assolutamente necessario.