Oggi è la Giornata internazionale per l’aborto sicuro, giornata che, ora più che mai, assume,un significato particolare. La ricorrenza fu celebrata per la prima volta in occasione della depenalizzazione dell’aborto in America Latina. Oggi, un po’ovunque nel mondo, le libertà fondamentali della donna sono continuamente messe in discussione, incluso il diritto a una maternità consapevole.
“In Basilicata oltre l’80% dei ginecologi delle strutture pubbliche dichiara l’obiezione di coscienza“, lo denuncia la Cgil: “ricordiamo il caso in cui alcune donne di Matera si sono dovute recare a Potenza per praticare l’IVG e i dati ci dicono che ben 1 su 4 delle interruzioni di gravidanza viene praticata fuori regione per le residenti in Lucania”.
“Occorre tenere alta la guardia e che tutte le donne lucane di partiti, associazioni, istituzioni, che credono nell’autodeterminazione e nella genitorialità scelta e consapevole devono unirsi in una grande iniziativa comune, come già fatto su altri temi, per garantire l’accesso all’IVG come sancito dalla Legge 194 e per assicurare la trasparenza dei dati su IVG e funzionamento dei consultori. Ora più che mai”, sottolinea il sindacato.
“Non rassicurano, infatti, le dichiarazioni della destra al governo sul tema”, nonostante le dichiarazioni di “non voler modificare la legge 194”, che appaiono “più rassicurazioni di facciata che altro. Esiste un tema, serissimo, che riguarda la possibilità concreta – per una donna – di accedere all’IVG senza essere sottoposta a disagi o, peggio, pressioni indebite o riprovazioni moralistiche di qualsivoglia tipo”.
“Fondamentale assicurare la presenza di medici non obiettori presso le strutture sanitarie, anche con assunzioni ad hoc, come fatto in altre regioni. Non bisogna mai arretrare sui diritti conquistati che non sono, purtroppo, garantiti per sempre”, conclude la Cgil.