
“Milano, Melzo, Perugia, Bologna, Napoli sono solo alcune delle città in cui, nell’ultima settimana, si è consumato questo vile reato e dove, silenziosamente, un esercito di donne si è rivolto ai centri antiviolenza”. Lo scrive in una nota Arcidonna Napoli dopo l’aggressione e lo stupro ai danni di una poliziotta nel porto di Napoli.
“Questa volta – attacca l’associazione – tutto in regola come patriarcato prescrive: vestita, lavoratrice, per giunta poliziotta. Nulla da rimproverarle. Eppure è stata violentata. La violenza sulle donne, in questa città passa in sordina, è appannaggio solo degli enti preposti, ma non passa nella coscienza cittadina. Eppure questo fenomeno è qui tra noi, a casa nostra, nella casa a fianco, nel palazzo di fronte, sotto casa. I centri antiviolenza della città, dopo due anni di chiusura, in solo nove mesi – spiega la nota – hanno accolto circa 400 donne con circa 550 figli di cui il 64% minorenni. Un esercito silenziato che cerca disperatamente, con il coraggio del protagonismo, di consegnare alla collettività e dunque al politico un fenomeno che chiede riconoscimento, considerazione e interventi nel più breve tempo possibile”.