Si sono chiuse le indagini per la morte di Ugo Russo, 15enne napoletano ferito mortalmente da un carabiniere fuori servizio in un tentativo di rapina nella notte fra il 29 febbraio e il primo marzo 2020, in via Generale Orsini.
Dopo due anni e otto mesi gli inquirenti hanno ritenuto che il militare è autore di un omicidio volontario “con le aggravanti – si legge in una nota dal comitato Verità e giustizia per Ugo Russo – di aver approfittato delle circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare la difesa (art.61 comma 1 n.5), dell’abuso di potere (art.61 comma 1 n.9) e di aver commesso il delitto ai danni di un minore (art. 61 comma 1 n. 11 Quinques)”.
Il 15enne sarebbe stato colpito mortalmente alla testa mentre era in fuga. Quattro i colpi esplosi dal carabiniere oggi 26enne e stante ciò per gli inquirentei non regge la tesi della legittima difesa, neppure sotto il profilo dell’eccesso colposo. In particorale, così come riportato dal comitato, emerge “che ci sono state due fasi distinte nella sequenza dell’omicidio: secondo le perizie Ugo viene colpito una prima volta alla spalla vicino l’auto, poi scappa”.
A quel punto C.B. “rimette in moto l’auto, la sposta in modo da porre il ragazzo in linea di tiro ed esplode altri colpi di pistola, tra cui – ancora la nota – quello mortale che colpisce Ugo alla testa quando ormai era vicino al motorino. Ugo Russo viene colpito mortalmente “mentre è in fuga” scrivono testualmente i pubblici ministeri applicati all’indagine”.
“Per la mia famiglia, per mia moglie e i miei altri figli, sono stati e sono anni difficilissimi”. Così Enzo Russo, padre di Ugo, che aggiunge: “Abbiamo sopportato il dolore della perdita di Ugo insieme a pressioni e insulti di ogni tipo perché continuiamo a chiedere giustizia e verità. Abbiamo ricevuto anche tanta solidarietà da chi pensa che la giustizia deve valere per tutte e tutti. Nulla potrà restituirci Ugo, ma ora chiediamo che il processo arrivi presto. Abbiamo bisogno della completa verità”.
E oggi in piazza Parrocchiella a Napoli, il Comitato annuncia una conferenza stampa con la famiglia del 15enne “per prendere parola pubblicamente sulla chiusura delle indagini”.