NAPOLI, CASO PIZZOFALCONE: PROROGA SGOMBERO DI 7 GIORNI. GRUPPO OCCUPANTI: “NON SIAMO CAMORRA”

G. M. – A Napoli dopo il sequestro preventivo di quello che è stato definito “palazzo della camorra” a Pizzofalcone ci sono alcune famiglie che non ci stanno. Si sono rivolte a un legale, l’avvocato Ernesto Ruggiano che ha chiesto una proroga di 60 giorni per lo sgombero. Soprattutto vogliono precisare che non hanno nulla a che fare con i clan. E questa mattina è arrivato un aggiornamento: prorogato lo sgombero di sette giorni con nuovo termine al 24 novembre.

Va ricordato che proprio su questa vicenda ci concentra anche il possibile movente per un presunto atto ritorsivo al deputato Francesco Borrelli, sui social attivo con le sue campagne per la legalità, investito da uno scooter e che ora vede l’attenzione dei sistemi di protezione.

Nella richiesta inviata al pm l’avvocato Ruggiano precisa: “Amato Caterina è madre di una minore under 14 (Francesca, di anni 11) e di un minore di 14 anni (Salvatore) che, ovviamente, si troverebbero esposti a pericoli di ogni genere se vivessero in strada poiché la genitrice non sarebbe in grado di assicurare loro adeguata protezione e tutela. Inoltre, il convivente more uxorio Montagna Stanislao (che non è un mio assistito nei procedimenti in fase esecutiva che lo riguardano) trovasi in affidamento ai servizi sociali presso la comunità “Il Delfino” di Taranto; di conseguenza non può prendersi cura dei figli minori”.

“Manna Carmela, come peraltro risulta dallo stesso decreto di sequestro preventivo – aggiunge Ruggiano – è affidataria per due giorni a settimana della nipote infante (5 anni) Laudanno Carmela, la cui già difficile infanzia sarebbe tragicamente e definitivamente rovinata se vivesse in strada anche soltanto per due giorni a settimana; a voler tacere, poi, dei sicuri provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria Minorile da cui potrebbe scaturire finanche l’allontanamento della minore dalla famiglia di origine. Ragion per cui – in ossequio al noto brocardo ad impossibilia nemo tenetur – appare sinceramente irrealistico che le stesse possano adeguatamente proteggere i soggetti fragili di cui hanno la potestà rilasciando la propria abitazione nel giro di così poco tempo”.

“Per quel che attiene alla posizione di Conte Patrizia – conclude Ruggiano – si ribadiscono le già evidenziate necessità di ordine pratico organizzativo per procedere al rilascio dell’immobile in un lasso di tempo così breve”.  “analoghe argomentazioni valgono per Conte Luigi con l’ulteriore specificazione che, come potrà verificare la S.V. Ill.ma, questi ha saputo del provvedimento di sequestro a suo carico dagli altri coindigati, ma non ha ricevuto alcuna notifica dello stesso”.

Inoltre il legale ha anche diffidato via mail la trasmissione Non è l’Arena per aver titolato “il palazzo della camorra” e ha precisato l’estraneità dei suoi assistiti – Amato Caterina, Conte Luigi, Conte Patrizia e Manna Carmela – da qualsiasi organizzazione o contesto criminale.

Sulla vicenda e sull’emergenza abitativa come questione aperta in città interviene anche Potere al Popolo Napoli: “Non si può continuare a gestire l’emergenza abitativa solo con criminalizzazione, repressione, sfratti e ricatto della residenza – afferma Paolo Angelone – la risposta non può essere quella di sbattere per strada, fra l’altro con una sola settimana di preavviso, minori, anziani e persone in disagio socio-economico, si faccia un censimento ed una sanatoria per tutti i nuclei che posseggono i requisiti e si escluda solo chi con la sua occupazione ha sottratto l’alloggio ad un regolare assegnatario. Cosa avrebbe dovuto fare un nucleo iscritto ad una graduatoria da 20 o 30 anni senza alcuna risposta? Andare a dormire per strada come in USA?”

“Questa città ha estremo bisogno di un piano abitativo serio, che punti a soddisfare le esigenze del popolo e non degli speculatori, le istituzioni sono da troppo tempo sorde e in questa assenza, sfruttando questo bisogno sociale, sguazzano le organizzazioni criminali. Se le istituzioni stanno finalmente cercando la camorra ne siamo lieti, consiglierei personalmente di cominciare controllando le loro compravendite immobiliari, legate alla dismissione del patrimonio pubblico, alloggi popolari compresi, sicuramente gli sarà più facile”, conclude Angelone.

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