COSA RACCONTANO DI NAPOLI E DEL PAESE I LAUREATI NETTURBINI ASSUNTI PER 1100 EURO AL MESE

Giuseppe Manzo – La foto mostra un momento di gioia, quasi di giubilo. Il sindaco Manfredi raggiante tra i primi 200 giovani assunti come netturbini di Asia o meglio come operatori ecologici. Tra loro ci sono tanti laureati e laureate ai quali si è data la “caccia mediatica” per raccontare la loro storia.

Lauree, master e alta qualificazione per poi scegliere (?) un nobile lavoro manuale che consente alla città di essere pulita e in ordine. Questo fatto, impensabile nel ‘900, racconta alcune cose su Napoli e sul Paese.

In primo luogo è smentita quella narrativa tossica che al Sud tutti vogliono il reddito di cittadinanza e non hanno voglia di lavorare. In decine di migliaia si sono presentati per il concorso Asia, per un contratto di lavoro che offre uno stipendio di 1100-1200 euro al mese: di questi tempi una cifra che fa vivere sulla soglia della povertà e che a stento permette di fittare un monolocale per vivere.

In secondo luogo questa storia spiega la torsione tragica di un sistema che a Napoli e al Sud ai giovani laureati e qualificati offre due possibilità: o emigri altrove oppure resti a fare il netturbino. Soprattutto in una città che in questa fase storica mostra un familismo amorale sui cui impallidirebbe anche Banfield.

Clientelismo, legami di letto, logiche di clan (perchè non esiste solo la camorra che spara) imperversano da tempo nei settori delle istituzioni, dell’economia, dell’editoria, dell’università e dei luoghi dirigenti. Queste stesse logiche che attraversano pure quella sinistra – istituzionale, della intellighenzia e radicale, da 50 anni alla guida della città – completamente assorbita da questo meccanismo, ampiamente progredito poi nell’era dell’amministrazione arancione.

Se emana una profonda dignità il sorriso della laureata che ora ha lo stipendio e può permettersi l’auto a rate, la dignità del lavoro, questa stessa immagine è la fotografia di una resa senza condizioni di una generazione, per Napoli e per il Paese.

Perchè di fronte al baratro dell’incompetenza, dell’approssimazione e della mediocrità bisogna solo augurarsi di poter dare presto a questi giovani lo spazio per il lavoro e la professione verso i quali hanno studiato e si sono formati. E bisogna farlo presto.

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