G. M. – Due colpi e poi ancora altri esplosi da una pistola, a terra due bossoli. Avviene a pochi passi dal Liceo Umberto in via Cuoco nel salotto buono di Chiaia. I giovanissimi della movida di Napoli danno vita a scene da far west tra il panico del fuggi fuggi e una città che ha annullato la distanza periferia-centro uniformando tutto in un solo grande denominatore comune: violenza.
Sabato sera ben tre minorenni accoltellati in diverse zone della città, a conferma che stiamo parlando una emergenza generale e ampiamenta denunciata da carabinieri e forze dell’ordine nei loro report: un minore denunciato ogni 36 ore.
La cronaca degli ultimi due anni, all’indomani del lockdown, ha visto un fenomeno che non trova mai pause. Basta scorrere semplicemente le notizie che abbiamo pubblicato proprio su sudreporter per vedere come sia una situazione incandenscente che si collega a diverse emergenze sociali in città.
Eppure tutto scorre a Napoli mentre l’Amministrazione comunale arranca continuando sulla falsa riga di quella arancione tra feste di piazze e celebrazione di un turismo mordi e fuggi. Intanto quella generazione che ancora rimane in città tra evasione scolastica e il mito del boss combatte la propria drammatica guerra tra coltelli, risse e colpi di pistola.