Giuseppe Manzo – Nella Napoli by night del centro storico, del lungomare e della movida si assiste a un bollettino di guerra ogni weekend. Agguati, risse, coltelli con protagonisti sempre più giovanissimi: dai 19 ai 12 anni.
Se a Mergellina un ragazzo di meno di 20 anni, Antonio Gaetano, viene sparato perchè già reggente del clan Esposito-Marsicano a Pianura in guerra contro i Carillo-Perfetto in altre zona sono dei bambini i protagonisti dell’ennesima violenza criminale.
Il caso più eclatante è quello che ha visto un 12enne essere accoltellato al torace da un suo coetaneo nella zona di piazza Municipio. Siamo nella tarda serata di sabato e le domande sorgono immediate: che ci fanno i 12enni in giro a quell’ora? Come può essere che un 12enne giri armato? Oggi sulla prima pagine del Mattino il presidente del Tribunale dei minori chiede di togliere la patria potestà ai genitori di questi ragazzi: “c’è un deficit educativo”.
In effetti c’è un problema, serio, quando a dei bambini è consentito di girare soli di notte in una città e si assiste a un abbassamento sempre più consistente dell’età in cui sono protagonisti di azioni criminali. Su questo giornale l’allarme violenza minorile e giovanile fu lanciata tempo fa, a ottobre 2021 mentre ancora eravamo alle prese con le restrizioni post lockdown. Certo, non riguarda solo Napoli ma è il tessuto sociale “polveroso” della città a preoccupare di fronte a certi fenomeni.
Le risposte dai “Palazzi” stentano. L’Amministrazione comunale è rinchiusa nella sua torre d’avorio come fosse un senato accademico e intorno questa città si rifugia nell’entusiasmo per l’attesa di una vittoria della squadra di calcio. Per le strade, però, si sta perdendo. Prima di tutto il buon senso.
Sud Reporter 