Giuseppe Manzo – Napoli. Il presunto assassino di Francesco Pio Maimone, 18 anni, è un ragazzo di 20 anni del quartiere Barra: ha il suo stesso nome, Francesco Pio Valda. Ironia del destino o meno sembra che questa vicenda voglia esprimere le due Napoli in perenne conflitto.
Ha tirato fuori una pistola perché gli hanno sporcato le scarpe mentre passeggiava a Mergellina. Uno che la domenica sera ha con sé una pistola e spara a chi gli sporca le scarpe.
Uno dei 3 colpi ha colpito Francesco Pio Maimone che lavorava per una pizzeria ed era distante dal fatto.
Morire a 18 anni a Napoli davanti al Golfo mentre si passa una serata fino alle ore piccole. Morire perché uno spara dopo che gli hanno sporcato le scarpe.
Pio Maimone, 18 anni, incensurato e lavoratore: la mattina come muratore, racconta la nonna ai giornalisti, e di sera in pizzeria. L’uscita con gli amici e il sogno di aprire una pizzeria tutta sua.
Pio Valda, figlio del boss Ciro Valda di Barra affiliato al clan Cuccaro, ucciso nel 2013. Il percorso in comunità completamente vanificato da un humus criminale familiare senza speranza: il fratello anche lui assassino in carcere, lo zio e pure la nonna dietro le sbarre.
Pio Maimone e una domenica sera con gli amici, Carlo che lo ha visto morire tra le sue braccia “come in un film”. Come quelle serie tv a cui si dà spesso la colpa di una emulazione ma in realtà è il fetido lezzo del familismo amorale che condanna questa città e il Sud: quella logica da clan che impone di creare e difendere gli interessi di un gruppo ad ogni costo, sia esso la “famiglia” o il branco o la propria impresa.
Non confondete Il Napoli con Napoli: la città non solo non è da scudetto ma sta vivendo uno dei suoi peggiori momenti storici sul piano etico e civile. Interi quartieri sono diventati prevedibilmente falansteri criminali dove l’unica alternativa è quella di scappare via.
Certo, la violenza giovanile riguarda anche altre città ma questa sotto cultura da “boss” continua a circolare come un virus anche per una nuova generazione in questa fase di crisi sociale molto pericolosa.
Per tutto il resto c’è chi esulta per la classifica del Time che permette a qualche brand culinario e commerciale di fare business, per quanto si possa pensare a fare sviluppo economico e innovazione in una città che vive questa condizione lacerante.
Oggi è la Giornata della memoria per le vittime innocenti di mafia. A Napoli La Smorfia cantava già negli anni Settanta: “tarantella, canzoni, sole e mandolino/a Napoli si muore a tarallucci e vino”.
Pio e Pio, un lavoratore e un criminale già condannato nel momento in cui è nato: scelga Napoli da che parte stare.