Cultura & Spettacoli

 MUSICA E POESIA DALLA CALABRIA: INTERVISTA ALL’ARTISTA RAFFAELLA CARUSO

OLI, IL TEATRO IN CORTILE FA IL TUTTO ESAURITO: PARLA IL DIRETTORE ALFREDO BALSAMO

NAPOLI, RIAPRONO MUSEO E CERTOSA SAN MARTINO: “COINVOLGERE ASSOCIAZIONI PER RILANCIARE LA CULTURA”

CRISI COVID, TURISTI IN CALO E IL TESORO DI SAN GENNARO: IL MUSEO CHIAMA NEW YORK

Articolo pubblicato da La Voce di New York

A Napoli, San Gennaro ha un tesoro che va protetto. Il Covid-19 ha avuto una forte ricaduta su tanti settori ma in particolar modo su quello della cultura, che risulta essere tra i più penalizzati.

Il 13 giugno scorso il Museo del Tesoro di San Gennaro ha riaperto le sue porte dopo mesi di lockdown. La ripartenza è stata ed è molto dura, manca la materia prima: il turismo. Di questi tempi la città pullulava di turisti stranieri che nonostante il caldo attendevano con educazione la fila pur di visitare musei, opere d’arte e d’architettura.

Oggi non è più così, passeggiando per via Duomo l’unico rumore che si può udire è quello dei propri passi. Una volta era tutto diverso: negozi pieni, persone in strada, bambini che giocavano. La prima stoccata è arrivata dalla Ztl che ha chiuso la strada al traffico cittadino ma, l’enorme flusso turistico permetteva di riempire comunque la piazza del Duomo, i bar e i ristoranti. Si avverte proprio una sensazione di abbandono, desolazione: sembra uno scenario post-guerra o forse è realmente così, visto che alcuni hanno definito la pandemia “una terza guerra mondiale”.

Paolo Jorio dirige il Museo del Tesoro di San Gennaro dal 2003 con passione e anche questa volta con coraggio è sicuro di uscirne, ma non è facile. Non ci sono turisti e i napoletani, legatissimi a San Gennaro, in questa difficile fase economica hanno molte difficoltà e la cultura non diventa la priorità. Per il momento il Museo resterà aperto soltanto nei weekend, le prenotazioni, online o telefoniche, sono obbligatorie e bisogna rispettare tutte le norme di sicurezza anti-Covid.

Sembra lontano il 19 settembre, festa del patrono di Napoli, ma in altri periodi la macchina organizzativa sarebbe stata già avviata da un bel po’. “Chissà se si farà la festa – ci ha detto Jorio – per il momento resteremo aperti soltanto nei fine settimana e poi speriamo che la situazione migliori”.

Quello di San Gennaro è un evento noto in tutto il mondo, in particolar modo negli States dove napoletani emigrati e non solo hanno mantenuto ben saldo l’attaccamento alle proprie origini e tradizioni, celebrandolo con il San Gennaro Day. “Bisogna essere uniti – ha concluso Jorio – i napoletani lasciavano San Gennaro e approdando in America venivano accolti dalla statua della libertà, dobbiamo coltivare assolutamente questo legame”.

TERRANERA, UNA CRIME STORY NEL FUMETTO CHE PARLA DI CAMORRA E DISCARICHE

LA MUSICA COME RINASCITA DALLA VIOLENZA: PARLA LA PIANISTA SICILIANA GIUSEPPINA TORRE

RIAPRE IL MUSEO DEL TESORO DI SAN GENNARO: “COME SEMPRE CONTINUEREMO A FARE DA SOLI”

CAPPELLA SANSEVERO, RIAPRE IL MUSEO: “LA MERAVIGLIA A UN METRO DA TE”

DALL’AMORE PER I GATTI NASCE IL GIARDINO DI BABUK: LUOGO INCANTATO E MISTERIOSO NEL CUORE DI NAPOLI

IL 13 GIUGNO RIAPRE IL MUSEO DEL TESORO DI SAN GENNARO: “SU CULTURA RICADUTA TERRIBILE” “

“IO, TONY TAMMARO”, 30 ANNI DI CARRIERA: DAL LIBRO ALLA VOGLIA DI CANTARE

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STORIA, LA “CALABRIA RIBELLE” DI TOMMASO CAMPANELLA: PARLA LO STORICO GIOVANNI BRANCACCIO

EDUARDO, 120 ANNI CHE HANNO SEGNATO IL TEATRO E LE NOSTRE VITE: QUELLA NOTTATA NON ANCORA PASSATA

Un secolo e venti, 120 anni. A Napoli il 24 maggio del 1900 nasceva Eduardo De Filippo che con il suo teatro ha segnato un secolo di drammaturgia del nostro Paese. Dall’Inghilterra alla Russia passando per Giorgio Strehler il teatro di Eduardo è stato analizzato e studiato, ben oltre la sua fama popolare e la comicità di alcune commedie.

Natale in Casa Cupiello con le versioni per la tv è diventato  un vero e proprio canto popolare, entrata nell’immaginario di tutti. Napoli Milionaria ha regalato al mondo Addà passà ‘a nuttata citata e ripetuta in ogni casa quando le cose si mettono male. Questi Fantasmi ha fatto ridere e riflettere con l’immagine simbolo di Eduardo seduto fuori al balcone con la macchinetta del caffè spiegandone il rito.

Il suo teatro non si restringe solo a queste scene cult. L’impressione pirandelliana ha indagato il rapporto tra realtà e sogno, tra vita e morte, le ipocrisie delle convenzione familiari e sociali: ”se ci credete li vedete voi, io dico che i fantasmi siamo noi. Lo siamo quando non vogliamo credere che una realtà ci annienta, anzi, ci schiaccia. Ne consegue che per salvar la faccia crediamo in tutto quello che può illudere”.

E nelle Voci di dentro analizza questi rapporti familiari alterati, quei legami di sangue che non fermano l’odio: “Mo’ volete sapere perché siete assassini? E che v’ ‘o dico a ffa’? Che parlo a ffa’? Chisto, mo’, è ‘o fatto ‘e zi’ Nicola… Parlo inutilmente? In mezzo a voi, forse, ci sono anch’io, e non me ne rendo conto. Avete sospettato l’uno dell’altro: ‘o marito d’ ‘a mugliera, ‘a mugliera d’ ‘o marito… ‘a zia d’ ‘o nipote… ‘a sora d’ ‘o frate… Io vi ho accusati e non vi siete ribellati, eppure eravate innocenti tutti quanti… Lo avete creduto possibile. Un assassinio lo avete messo nelle cose normali di tutti i giorni… il delitto lo avete messo nel bilancio di famiglia! La stima, don Pasqua’, la stima reciproca che ci mette a posto con la nostra coscienza, che ci appacia con noi stessi, l’abbiamo uccisa… E vi sembra un assassinio da niente? Senza la stima si può arrivare al delitto”.

Il suo linguaggio e il suo teatro hanno lasciato un testamento eterno: “gli esami non finiscono mai” per tutti gli uomini che sono vittime e carnefici con i propri simili, il moralismo, le convenzioni, l’odio e la solitudine.

TEATRO, LA RABBIA DEGLI OPERATORI. PALMIERI: “VOGLIAMO RICONOSCIMENTO GIURIDICO, A GIUGNO BLOCCHIAMO GLI EVENTI”

ERCOLANO, UNA GIORNATA VIRTUALE AL PARCO ARCHEOLOGICO: SUI SOCIAL MEZZO MILIONE DI VISITATORI

Ogni anno, dal 1977, ICOM organizza a livello mondiale la Giornata Internazionale dei Musei (International Museum Day – IMD), selezionando di volta in volta un tema specifico. I Musei che partecipano all’iniziativa programmano eventi innovativi e attività inerenti al tema prescelto e coinvolgono il proprio pubblico, evidenziando l’importanza del ruolo dei Musei come istituzioni al servizio della società e del suo sviluppo.

Il tema dell’edizione 2020 è Musei per l’eguaglianza: diversità e inclusione, che pone all’attenzione e alla riflessione di tutta la comunità museale il ruolo sociale degli Istituti culturali, la loro potenzialità nell’essere agenti di cambiamento, realizzando azioni per favorire la fruizione e la partecipazione da parte di tutte le persone.

Il Parco Archeologico di Ercolano, appena conclusa la partecipazione alla Museum Week, altro evento social internazionale, continua ad arricchire la sua offerta culturale in rete e per la Giornata Internazionale dei Musei 2020, dedicata alla diversità e all’inclusione, ripropone in una speciale maratona social, i propri contenuti più cliccati del lockdown attraverso i diversi linguaggi, che vanno dal video alla ricostruzione 3D.

Lunedì 18 maggio, a partire dalle 10 e per tutta la giornata, i visitatori potranno fruire di contenuti ogni ora diversi e approfittare della celebrazione per comporli in una narrativa unica, rivederli, fruirli e compiacersi del poter condividere così tanta bellezza in un’unica giornata.

Con una crescita del 40% dei visitatori virtuali nei primi mesi del 2020, attraverso contenuti digitali vari e coinvolgenti (il solo video dove il direttore guida alla scoperta dei Fornici e la Barca è stato visto più di 100.000 volte tra i vari canali, ma è un dato in continua crescita col passare delle ore e dei giorni), il Parco di Ercolano ha saputo reinterpretare la propria offerta di contenuti culturali rendendoli digitali e raggiungendo ogni giorno ogni angolo della terra supportando il consolidarsi di una comunità di visitatori, guide, operatori della cultura, innamorati della bellezza, che a distanza si ritrovano quotidianamente sulle pagine social del Parco come in una piazza virtuale, si scambiano emozioni, ricordi e speranze, partecipando alla fruizione e condivisione della cultura, diventando eccezionali protagonisti e testimoni del loro patrimonio universale.

“Nel periodo del lockdown abbiamo raggiunto in soli due mesi sia su instagram che su facebook, con le visualizzazioni dei contenuti digitalI, il numero di visitatori che si collegano alle nostre pagine in un anno, – dichiara il direttore Sirano – creando un effetto traino che per i prossimi mesi sarà fondamentale per il futuro, in cui avremo bisogno di ripartire con la promozione. Possiamo dichiarare che tutti i nostri visitatori reali si sono spostati sul web, aggiungendosi al nostro pubblico virtuale che già ci seguiva; si tratta non di spettatori passivi, ma di persone che tutti i giorni si ritrovano insieme sulle nostre pagine riconoscendosi nei valori di cui il Parco è portatore, e ritrovando nella figura di Ercole il simbolo della forza e della resilienza di cui abbiamo bisogno per superare questo momento. Ho condiviso immediatamente e con piacere la proposta dei miei funzionari di raccontare il Parco nella Giornata dei Musei ricostruendo una narrativa che era stata diluita nei mesi attraverso i contenuti diffusi sui social, è un modo per riabbracciare tutti in una stretta virtuale che pian piano ci riconduce alla riapertura dei cancelli, che avverrà in totale sicurezza e tutela per visitatori e personale”.

Insomma la community del Parco di Ercolano si è ritrovata e continua a ritrovarsi come in una piazza virtuale, protagonisti loro stessi della circolazione di cultura di questi mesi tanto intensi, come mostra anche il tasso di coinvolgimento elevatissimo dei frequentatori delle pagine, che partecipano sempre con commenti, like, condivisioni, riscontrabile tecnicamente nel tasso di “engagement” delle pagine social del Parco, che è più elevato di quello di musei e parchi archeologici anche più famosi e frequentati.

Uno per tutti il commento di un visitatore: “We are a family of Ercolano’s in New Zealand. We were very upset to cancel our plans to visit Italy and particularly Herculaneum last month. I hope one day we can visit but for now we will enjoy your Instagram photos and stories”.

 

NAPOLI, IN PERIFERIA I LIBRI “SENZA CONFINI”: ARRIVA A DOMICILIO IL CIBO PER LA MENTE

“In un momento come questo della quarantena c’è bisogno di essere ancor più comunità e quindi ci siamo impegnati da subito nel stare vicino a chi è rimasto più indietro insieme alle altre realtà di Napoli Est”. A dirlo sono i volontari di Terra di confine, associazione di Ponticelli in prima linea sul territorio. “Ci siamo resi conto che oltre al cibo per tenerci vivi nel corpo c’è bisogno anche di cibo per la mente per questo abbiamo pensato ad una sorta di biblioteca a domicilio”.

Già ieri insieme ai 25 pacchi alimentari sono state consegnate le lettere di Epistolario Virale e il catalogo in continua crescita dei libri a nostra disposizione.

“È stato un primo esperimento e vi possiamo dire che è più che riuscito, abbiamo subito ricevuto una chiamata e stesso in serata sono stati consegnati i primi tre libri”.

Per leggere qualcuno di questi libri, è possibile chiederlo in prestito, te lo portano a casa e su questo link è possibile leggere il catalogo.

 

CAPODIMONTE: SUL SITO DEL MUSEO “BUONGIORNO CERAMICA 2020” PER IL #MUSEUMWEEK

Il Museo e Real Bosco di Capodimonte partecipa anche quest’anno alla manifestazione nazionale “Buongiorno ceramica” che, per l’emergenza sanitaria in corso, si svolgerà in maniera digitale.

Due gli appuntamenti in programma nel weekend sul sito web del Museo e Real Bosco di Capodimonte (www.museocapodimonte.beniculturali.it) nell’ambito della rubrica quotidiana “L’Italia chiamò-Capodimonte oggi racconta” che il dipartimento comunicazione porta avanti in maniera ininterrotta dall’inizio della pandemia.

Domani sabato 16 maggio sarà pubblicato un testo sulle raccolte di porcellane e maioliche presenti nel Museo e Real Bosco di Capodimonte, a cura di Maria Rosaria Sansone e Alessandra Zaccagnini, assistenti del Dipartimento Scientifico per le Arti decorative (Porcellane e Ceramiche).

Il museo di Capodimonte, infatti, conserva una collezione di porcellane fra le più importanti in Europa che, nel prossimo biennio, sarà oggetto di una importante e complessiva operazione di riallestimento e di valorizzazione. Porcellane e terraglie possono e devono infatti essere considerate – all’interno del ricchissimo patrimonio del Museo e Real Bosco di Capodimonte – strettamente legate alla natura del sito. Non solo, infatti, il nome Capodimonte è indissolubilmente unito a quello della Manifattura di Porcellana voluta e finanziata da Carlo di Borbone, ma anche a Capodimonte in epoca postunitaria vennero concentrate e riunificate le ricchissime raccolte ceramiche di provenienza borbonica sparse nei vari siti reali. Esposte nei vari allestimenti dell’Otto e del Novecento solo in piccola parte, le porcellane e le terraglie verranno esibite al pubblico nella loro totalità, con un allestimento da “Cabinet” che ne esalterà, oltre che la qualità, il numero e la varietà. Il numero e le varietà della raccolta (composta da oltre 6000 pezzi tra porcellane, biscuits, maioliche e terraglie) include oggetti delle più importanti manifatture italiane ed europee attive tra il XVIII e XIX secolo.

Domenica 17 maggio sarà pubblicato un testo sulla Manifattura Storica della porcellana di Capodimonte e della Scuola Internazionale della Porcellana, a cura del dirigente scolastico Valter Luca De Bartolomeis dell’Istituto ad indirizzo raro “Caselli-De Sanctis”. La Real Fabbrica di Porcellane, fondata da Carlo di Borbone nel 1743, e nel 1961 nella Casina della Regina sorse l’Istituto Superiore ad Indirizzo Raro “Caselli-De Sanctis”, istituito con lo scopo di continuare l’antica tradizione artigianale e di ideare e sperimentare innovazioni nel settore della porcellana. La scelta di unire la scuola e la fabbrica negli stessi antichi edifici, all’interno del Bosco, rappresenta simbolicamente l’intenzione di tracciare una linea di continuità con il passato. La Real Fabbrica continua a produrre mentre la scuola prosegue nell’antica tradizione fatta di abilità, esperienza, segreti, con l’innovazione tecnica della realtà contemporanea.

E durante tutto il weekend proseguirà sui profili social del museo la #MuseumWeek su Twitter, quest’anno in edizione speciale a causa della pandemia. Questi gli hastag per i temi del weekend:

Sabato 16 maggio #TecnologiaMW

Domenica 17 maggio #SogniMW

AL TEATRO SAN CARLO “DIALOGHI FUORI SCENA” CON LISSNER E IL SOPRANO MARIA AGRESTA

Il 16 maggio a partire dalle ore 21 sulla web tv Teatro San Carlo (www.cetv-online.it) torna Dialoghi fuori scena trasmissione in cui il Sovrintendente Stéphane Lissner dialoga con i più grandi artisti del mondo della Lirica.

Dopo il successo delle due puntate precedenti con Emma Dante, Mario Martone e Daniel Barenboim, la conversazione stavolta è tra il Sovrintendente Lissner e Maria Agresta, soprano italiano, diplomata  al  Conservatorio di “G. Martucci” di Salerno con il massimo dei voti e la lode, perfezionandosi successivamente sotto la guida di Raina Kabaivanska presso l’Istituto Musicale

Il dialogo in video con Lissner e Agresta toccherà i temi della grande musica, della  vita dei teatri al tempo del coronavirus e  sui futuri lavori insieme.

La Puntata sarà visibile sabato alle 21.00 sulla web tv (www.cetv-online.it) e ,  come altri contenuti del Teatro San Carlo,  in ogni momento della giornata, selezionando la voce “on demand” o la voce “Palinsesto” della piattaforma.

Tutta la programmazione in streaming della Web Tv Teatro San Carlo H24 sarà annunciata di volta in volta attraverso i canali social del Teatro che forniranno anche il link.

 

SECRET CONCERT CON LIDIA SCHILLACI: IL PRIMO EVENTO ON LINE CON SBIGLIETTAMENTO

In un momento storico come questo in cui la musica e l’arte stanno regalando tanto alla gente ma sono anche in grande sofferenza, Lidia Schillaci ha trovato un suo modo per reagire a questa situazione grazie al confronto con l’amica Livia Iacolare con cui ha ideato questo innovativo formato di live show, una soluzione che parte da lei ma che potrebbe aprire la porta ad altri artisti che in questo momento vorrebbero trovare un nuovo modo di sostenere la propria arte e il proprio lavoro.

Ai tempi del Coronavirus, Lidia trasmette ogni giorno alle 19:00 in diretta su Instagram, (dove ha più di 3 milioni di like e oltre 33.000 di followers reali) con il suo nuovo format #LidiaLiveAtHome insieme a tanti ospiti per tenere compagnia e allietare con musica e chiacchiere in questi giorni difficili per tutta Italia.

Di sicuro si tratta del primo concerto online, con sbigliettamento fatto durante la pandemia e di questo primato l’artista è davvero molto orgogliosa.

L’appuntamento è il 22 maggio alle ore 18:00 – ONLINE – per questo Secret Concert (il luogo della diretta verrà svelato solo 24H. prima dell’evento).

Lidia nasce a Palermo ed è appassionata di musica fin da piccolina che studia tra Palermo e Trapani.

Sarà Rosario Fiorello ad accorgersi per primo di lei e che la vorrà al suo fianco all’Edicola Fiore e poi da Nicola Savino a “Quelli che il calcio” dove intratterrà il pubblico televisivo e social in una maratona canora di 2 ore.

“Ballando con le stelle” (il programma di successo Rai1 condotto da Milly Carlucci) la farà conoscere al grande pubblico come la voce principale della Big Band e poi la sua partecipazione, sempre su Rai1, a “Tale e quale Show” condotto da Carlo Conti dove, con le sue interpretazioni, Lidia sbalordisce l’Italia e non solo.

 

RAI: ORFEO ED EURIDICE FIRMATO DA KAROLE ARMITAGE DAL TEATRO SAN CARLO DI NAPOLI

È la “punk ballerina” Karole Armitage la protagonista dell’Orfeo ed Euridice di Christoph Willibald Gluck che Rai Cultura trasmette su Rai5 venerdì 15 maggio alle 18.30. La regina dell’avanguardia newyorkese ripropone dunque il suo lavoro coreografico sospeso tra rigore neoclassico e tensione astratta, in una purezza di linee che combacia perfettamente con le scene minimali di Brice Marden e i costumi essenziali di Peter Speliopoulos.

Lo spettacolo è andato in scena al Teatro San Carlo di Napoli nel 2015; sul podio, alla guida di orchestra e coro del teatro è impegnato Francesco Ommassini. Importante il cast vocale che vede impegnata nella parte di Orfeo la grande Daniela Barcellona, mentre Euridice è interpretata da Cinzia Forte e Amore è incarnato da Giuseppina Bridelli.

La doppia anima della “monella punk” Armitage, allo stesso tempo anticonformista e ancorata alla tradizione, confluisce appieno nell’allestimento del San Carlo, dove i protagonisti Orfeo, Euridice e Amore agiscono assieme ai ballerini (che qui diventano veri e propri doppi o anime danzanti), in un imponente flusso coreografico capace di coinvolgere solisti e masse nell’adozione di movimenti anti-naturalistici e stilizzati.

Azione teatrale in tre atti di Christoph Willibald Gluck su libretto di Ranieri de’ Calzabigi, Orfeo ed Euridice vide la sua prima assoluta il 5 ottobre 1762 al Burgtheater di Vienna ed è considerata l’opera simbolo della “riforma gluckiana”: quel tentativo di rinnovamento dell’opera seria da parte degli intellettuali d’avanguardia del tempo che, uniti dal desiderio di dare nuova vita alle arti drammatico-musicali, intendevano liberarle dalle convenzioni in cui si erano impantanate.  La regia televisiva è a cura di Annalisa Buttò.

 

IL COMICO PEPPE IODICE SI RACCONTA A SUD REPORTER: “FELTRI? NON STA BENE O È SEMPLICEMENTE RAZZISTA”

 

NAPOLI. SPEDALIERE: “IN ATTESA DI POTER FARE MUSICA NEL TEATRO E NEI LUOGHI SIMBOLO DELLA CITTÀ”

 

Emmanuela Spedaliere_Teatro di San Carlo
© photo Luciano Romano 2019

Grande successo per la web Tv del Teatro San Carlo di Napoli, oltre 100 mila utenti per le due puntate di “Dialoghi fuori scena”.

Il direttore generale, Emmanuela Spedaliere illustra i progetti messi in campo per la ripartenza del teatro: “mascherine con i versi delle opere e installazioni nei vari quartieri della città che permettano a tutti di seguire le rappresentazioni”.

Ascolta l’intervista.

QUARANTENA D’AUTORE, A ISCHIA LIBRI GRATIS CON GRAUS E PRO LOCO PITHECUSAE

FASE 2 E TEATRO, IL GRIDO DI FRANCESCO DI LEVA: “REDDITO DI QUARANTENA PER GLI ARTISTI, LA GENTE STIA CON NOI”

NAPOLI: ON LINE IL 63° ANNIVERSARIO DEL MUSEO E REAL BOSCO DI CAPODIMONTE

Sul sito web del Museo e Real Bosco di Capodimonte (www.museocapodimonte.beniculturali.it) prosegue ininterrottamente da due mesi la rubrica quotidiana “L’Italia chiamò-Capodimonte oggi racconta”, con contributi di storici dell’arte e restauratori interni ma anche di studiosi esterni.

Oggi 5 maggio si celebra il 63esimo anniversario dell’inaugurazione del Museo e delle Gallerie Nazionali di Capodimonte avvenuta il 5 maggio del 1957 con il taglio del nastro del Soprintendente Bruno Molajoli alla presenza del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi.

A ripercorrere le tappe principali un testo di approfondimento dell’architetto Rosa Romano con foto e documenti d’epoca della Fondazione De Felice, dell’Archivio Carbone e dell’Archivio Fotografico della Campania, nonché il video inaugurale dell’Istituto Luce.

Del lungo testo,qui un estratto:

“Dopo cinque anni di intenso lavoro Capodimonte si apre al pubblico”, queste le parole con cui il Soprintendente alle Gallerie della Campania Bruno Molajoli esordisce nel volume Notizie su Capodimonte, redatto in occasione della apertura del Nuovo Museo. Sin da queste prime parole si comprende quale fosse l’obiettivo primario di Molajoli: restituire alla città e al paese un pezzo della sua storia e raccontare questa storia a un pubblico vario, numeroso e internazionale.

Il Nuovo Museo di Molajoli concentrava a Capodimonte tre musei in uno e poneva i visitatori al centro di questa offerta. L’idea era di creare, come Molajoli stesso riferisce “un grande istituto in cui il pubblico possa trovare un filo conduttore, una scelta, una varietà di interessi culturali, uno stimolo estetico, senza tuttavia rimanere oppresso o intimidito. Esattamente 100 sale oggi costituiscono lo sviluppo complessivo di queste raccolte a disposizione del pubblico”.

La notizia dell’apertura di Capodimonte fu acclamata da tutti i giornali nazionali e internazionali e nell’articolo pubblicato su L’Europeo del 2 giugno 1957 Roberto Longhi, sintetizzando ad arte la portata dell’evento, scrive: “Sfiancati dalle mostre…ci si ristora volentieri alla mostra finalmente di un museo…Il principio della storia è quando Paolo III Farnese ha il buon gusto (o l’orgoglio) di posare per Tiziano, ritrattista cesareo; il mezzo, è quando tocca a Carlo di Borbone la buona sorte di incamerare i beni della madre Elisabetta Farnese e portarseli a Napoli; il fine è quando il Molaioli li riporta con ben altro animo a Capodimonte”.

Una storia di “carreggiamenti” dunque che continuerà a Napoli al seguito dei vari sovrani. Pur scelta come sede ufficiale della collezione sin dal 1757 occorrerà aspettare ben due secoli affinché i dipinti trovino a Capodimonte la loro collocazione definitiva, basti pensare che ancora a metà del 900 essi si trovavano nel Regio Museo degli Studi. E fu nel caos del dopoguerra che s’inserì l’azione di Molajoli che nel 1948 otteneva il decreto che riconosceva Capodimonte sede della Galleria Nazionale e che nel 1950 presentava il progetto di riorganizzazione del Palazzo in Museo, progetto finanziato e realizzato con i fondi della Cassa del Mezzogiorno.

Lo stesso soprintendente alle Gallerie di Napoli nel volume Notizie su Capodimonte, esprime gratitudine a tutto il personale dipendente di ogni grado e mansione e ringrazia uno ad uno lo staff che ha lavorato, gomito a gomito, insieme con lui alla realizzazione di tale ambizioso progetto, particolarmente ringrazia il prof. Ferdinando Bologna per l’ordinamento della Galleria Nazionale, il dott. Raffaello Causa per l’ordinamento dell’800 e l’organizzazione dei restauri, il dott. Luigi Penta per l’ordinamento delle armi, la dott. Elena Romano per l’ordinamento delle porcellane, il dott. Oreste Ferrari per l’ordinamento del medagliere e dei bronzi. A conclusione del testo scrive: “Infine, particolarissimo rilievo merita l’attività dell’Ufficio Tecnico sotto la direzione del prof. Ezio Bruno De Felice…che ha bene meritato della fiducia riposta nella sua sensibilità artistica, nell’esperienza tecnica, nel disinteresse e, si può dire, nell’umiltà, richieste da un’opera di così eccezionale mole, impegno e responsabilità, che ha potuto essere concepita, condotta durante oltre cinque anni e felicemente conclusa, grazie soprattutto ad un superiore spirito di dedizione e di schietta e stretta, quotidiana collaborazione, il cui ricordo ci è gradito segnare a conclusione di queste pagine”.

La maggior parte degli interventi realizzati per la grande riapertura post seconda guerra mondiale trovano la loro ragion d’essere nell’immagine precisa che per Molajoli doveva avere Capodimonte: immagine ben riassunta dallo slogan “tre musei in uno” usato dalla stampa dell’epoca per annunciare l’avvenimento.

I lavori furono effettivamente avviati nel 1952 e si conclusero nel 1957 con l’inaugurazione il 5 maggio del Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte.

 

FASE 2, MUSEO E BOSCO DI CAPODIMONTE A NAPOLI: ECCO QUANDO RIAPRIRANNO

Foto di Alessio Cuccaro

Lunedì 18 maggio riaprirà al pubblico il Real Bosco di Capodimonte, mentre sarà possibile visitare il Museo a partire da martedì 2 giugno.

La Direzione sta lavorando per la sicurezza di tutti in vista della riapertura di questo grande luogo di cultura ma chiede a ogni visitatore di tenere comportamenti responsabili e di osservare scrupolosamente le regole sanitarie di contenimento del contagio da Covid-19 (divieto di assembramenti, distanziamento sanitario, uso della mascherina).

Per questo ad integrazione del regolamento vigente

sarà obbligatorio:

– indossare la mascherina

– rispettare il distanziamento sanitario

sarà vietato

– provocare assembramenti

– praticare attività sportiva di squadra

– far picnic

Intanto sul sito web del museo (www.museocapodimonte.beniculturali.it) prosegue ininterrottamente da due mesi la rubrica quotidiana “L’Italia chiamò-Capodimonte oggi racconta”, con contributi di storici dell’arte e restauratori interni ma anche di studiosi esterni. Martedì 5 maggio sarà pubblicato un testo di approfondimento dell’architetto Rosa Romano sull’inaugurazione del Museo il 5 maggio del 1957 con foto e documenti d’epoca.

VIP, VERONICA MAYA RACCONTA LA SUA QUARANTENA A SUD REPORTER